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È alba di pioggia. Ancor l'odor dell'acque
l'orizzonte ne preme;
e la nebbia che ansiosa un dì tacque
è senza spene.
E qui, io attendendo il giorno, osservo e penso:
quanto piangere spremono le cere
di un ciel orbato, immenso
di nubi nere.
M'è pur forse ogni pioggia che or discende
un Sogno che dall'Idee cade e muore,
la empia terra lo prende
nel suo dolore,
poiché dolor eterno è il vìver nostro,
per coloro che sognano di Notte,
a noi Titani è un rostro
di cieche lotte.
Vuoi saper chi sia Prometèo. Egli è il folle
che disfida la Vita con i Sogni,
e soccombe su' un colle.
Non ti vergogni?...
Egli è il più gran sognatore di ogni era,
lui che co' il fuoco riscalda la pioggia,
e che a' i piè di Chimera
sempre si appoggia.
È il mio impulso vitàl di far dell'onde
di questa sofferenza universale
ore liete e gioconde
di Gioia immortale,
è l'istinto profondo di miràr
tra la pioggia le schiuse ali di Dee,
di stare in ripa a un mar
pien di ninfee...
È un Sogno tra altri Sogni il più crudele,
e or la più fredda goccia mi risveglia,
è il Destino infedele
d'Amleto e Ophelia:
chi sogna annega, e chi affoga sogna,
vìver tra l'Essere e il Nulla; e lo stagno
've annegando mi bagno
non m'è rampogna.
È il Titano che sfida il Giove- Fato,
le Erinni che ne ordiscono la Sorte,
e quello che ha sognato
è sempre Morte;
è la rosa che cresce anche nel verno,
è la mia brama di coglierla ancora
ché il suo fascino eterno
or mi innamora.
È la pioggia che cade e che distrugge
l'orizzonte che geme e i primi fior.
La Primavera rugge
di empio dolor.
Oh Sogno! Lascia, dunque, che ora io parta! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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