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'Uardannu mu' li cosi ti 'shtu munnu
vitimu ca li shta' canciamu tutti;
ti bbelli l'hamu trasfurmati a brutti
e l'hamu fatti sciri tutti a funnu.
È comu ci lu munnu no' è cchiù tunnu
e l'arvili no' cacciunu cchiù frutti,
percé li fondi sontu tutti assutti,
toppo ca è già passatu mienzu autunnu.
Ci poi 'uardamu puru la puisìa,
vitimu ca non è cchiù comu prima,
percéni ognunu scrivi comu voli.
E no' nci shta nisciunu ca s'ni doli
sia ti lu versu e mancu ti la rima,
cá ormà' li puèti so' 'na mucarìa.
Traduzione
Ognuno scrive come vuole
Guardando ora le cose di questo mondo
vediamo che le stiamo cambiando tutte;
da belle le abbiamo trasformate in brutte
e l'abbiam fatte andare tutte a fondo.
È come se il mondo non fosse più rotondo
e gli alberi non producessero più frutti,
perché i terreni sono tutti aridi,
anche se è già passato mezzo autunno.
Se poi guardiamo pure la poesia,
vediamo che non è più come prima,
perché ognuno scrive come vuole.
E non c'è nessuno che si dolga
sia del verso e neanche della rima,
ché ormai i poeti sono una porcheria. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABBA/ABBA, CDE/EDC.» |
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