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«Se Rimbaud trovava delle corrispondenze (non si è mai capito bene come: la nota antologia della letteratura francese "Lagarde et Michard" ipotizza ironicamente che il poeta si sia ricordato dei colori ai quali le vocali erano abbinate nel suo abbecedario infantile...) tra le vocali e i colori nella sua famosa poesia "Voyelles" (" A noir, E blanc, I rouge, U vert, O bleu: voyelles") , io, più "scientificamente", o forse "cabbalisticamente", ho cercato, in questa "breve", di abbinare due vocali a qualche loro presunto antico significato. Nel libretto "Le lettere", di Michael Foster, ed. "SugarCo", 1984, si legge ad esempio che, per quanto riguarda la "a", essa "è rappresentativa dell'origine, (...) confermante con la sua resurrezione ogni nascita fisica o creazione intellettuale e spirituale" .» |
Inserita il 21/12/2016 |
Se nascita è l’alba argentata,
l’affacciarsi a finestra del mondo,
morte è sprofondo lugubre, quel buio
crepuscolo che scruta solo il nulla. |
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«La vocale "A" (12 volte presente nei primi due versi, in cui non c’è invece nessuna "u"), per la sua forma che si proietta verso l’alto, per il suo suono aperto e per essere la prima lettera dell’alfabeto, è simbolo della nascita; la vocale "U" (6 volte presente negli ultimi due versi, in cui ci sono rarissime "a"), per la sua forma opposta, per il suono chiuso e perché è l’ultima vocale dell’alfabeto, è essenzialmente escatologica.» |
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