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Insieme sono entrati in un giardino,
la madre, il padre e dietro la bambina
che aveva in braccio un vispo cagnolino
intento a farle ... l’ultima moina.
D’un tratto l’uomo se l’è preso in braccio,
l’ha messo proprio accanto a una panchina,
lo ha legato con un lungo laccio
e, poi, con mossa celere e meschina
si sono allontanati per salire
sull’auto caricata a dismisura,
al fine, finalmente, di partire
e stare un mese in villeggiatura.
Frattanto il cagnolino incollerito,
faceva avanti e indietro lungo il prato,
per colpa di quel laccio era impedito
a correr dietro al mezzo ormai involato!
...Un vecchio pensionato di passaggio,
vedendo il cagnolino vincolato,
lo liberò dall’essere un ostaggio,
il cane lo guardò, era appagato,
scodinzolò in modo alquanto lesto
e s’accucciò ai piedi buono, buono.
Il vecchio gli sorrise, fece un gesto
per condannare l’atto di abbandono.
Tornò a casa insieme all’animale,
guardò il calendario: primo agosto.
Passaron tanti giorni, niente male,
insieme con l’affetto corrisposto,
Tornavan tutti i giorni in quel giardino,
il pensionato sopra la panchina,
il cane si sedeva a lui vicino
e vi passavan tutta la mattina.
A pranzo, dentro casa, in sintonia
mangiavano ognuno al proprio posto,
entrambi si facevan compagnia,
un feeling veramente corrisposto.
La sera a “nanna”, il cane sul tappeto,
il vecchio nel suo letto di famiglia
ed il riposo era assai completo,
il tutto funzionava a meraviglia!
......
...Frattanto la famiglia andata al mare,
finito il mese di villeggiatura,
in viaggio, mentre stavano a tornare,
parlavan della splendida avventura
vissuta tra le onde e l’ombrellone,
con giochi e tante nuove conoscenze,
ma s’interruppe la conversazione
di quelle favorevoli esperienze,
perché la figlia ripensando al cane,
proruppe in pianto, lungo, disperato,
provava un desiderio forte, immane,
di ritrovarlo, dopo averlo amato
per vari anni sino da piccina
ed ora che si avviava verso casa
la smania diventava cristallina
e la coscienza si sentiva invasa
dal ritrovare il cane abbandonato.
Appena giunti andarono al giardino
e videro quel vecchio pensionato
col cane accovacciato a lui vicino.
La giovane gridò: “L’abbiam trovato! ”
S’avvicinò per fargli una carezza,
ma il cane le ringhiò indemoniato!
Il vecchio li riprese con durezza,
dicendo: “Voi l’avete abbandonato
e lui non vi ritiene gente buona!
Quel giorno che l’ho sciolto era angosciato,
quel gesto infame non ve lo perdona!
Da quando è qui con me è sempre arzillo,
mi tiene compagnia ... e sta tranquillo! ”
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«NON SI ABBANDONANO I CANI! Sono esseri umani che provano una sofferenza indicibile quando si sentono lasciati in mezzo alla strada senza un punto di riferimento. Gli esseri umani, ovvero le persone con una coscienza nobile, non abbandonano i loro animali domestici, bisogna essere dei veri sciacalli per fare un gesto simile, la sofferenza non è un bene da condividere è un qualcosa che distrugge dentro. In questa lirica ho voluto proporre una piccola rivalsa del cane che ha trovato la sua casa ed ha rifiutato la comoda villa dei signori senza cuore.» |
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