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«Era il 1963, forse, quando l'unico canale della televisione trasmise, in prima serata, delle serie cinematografiche dedicate ad attori, attrici e registi famosi (oltre ai film con Greta Garbo, allora mi ero appassionato a quelli di Ingmar Bergman, tanto è vero che nel corso di tutta la seconda media coltivai il sogno - alquanto improbabile! - di diventare regista cinematografico) . Per tornare a Greta (a proposito della quale ricordo che anche Giorgio Albertazzi, poco prima di morire, la scelse, in un'intervista, come sua attrice preferita), vidi allora una mezza dozzina di suoi film, tra i quali "Mata Hari", "Anna Karenina", "La regina Cristina" ... Come ho fatto intendere nella poesia, il suo fascino nordico esercitava su di me un'attrattiva particolare che poi, in misura minore, avrebbero esercitato anche Marlene Dietrich, Audrey Hepburn, Charlotte Rampling, Dyane Keaton... Non ho mai tanto apprezzato le recitazioni troppo forti, dai toni in qualche modo esagerati o non tanto raffinati, come quelle di Marilyn Monroe, di Sophia Loren, di Brigitte Bardot... Nel cinema italiano di quando ero ragazzo, se proprio dovessi scegliere un'attrice preferita, costei non sarebbe certo la Loren (l'ho già scritto), e neppure tanto Gina Lollobrigida, ma senz'altro Anna Magnani che, pur nei suoi ruoli spesso molto intensi, dava l'impressione di non recitare, ma di rappresentare sulla scena la sua vera anima.» |
Inserita il 04/09/2016 |
Accompagnasti, Greta, dallo schermo
televisivo, coi tuoi vecchi film,
lo sbocciare dei primi sogni erotici
di un fragile ragazzo dodicenne.
Ed ero io quel fragile ed ignaro
ragazzo che a quel tempo modellava
su di te quelle ancora evanescenti
pulsioni per il corpo femminile.
Tu mi fornisti la figura, il simbolo
di donna misteriosa e irraggiungibile,
che spesso avrebbe, dopo, alimentato
l’insorgere di varie mie passioni.
Le tue interpretazioni, sempre algide,
di tante grandi donne del passato
non facevano altro che acuire
l’amore per le belle e le distanti.
Venuto da chissà quali profondi
recessi dell’infanzia, l’ideale
mio di donna, nascosto nella psiche,
prese forma con te, divina Greta. |
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