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Ni shta' 'uashtamu tutti a ppicca a ppicca,
cá no' facimu cuddu ca hama ffari;
vulimu ca la vita hava èssi' ricca
in motu ca n'l'hamà putì spassari.
Ca l'ommu fiaccu cchiù ti l'atri spicca
è ccertu, cá si faci rispittari;
lu vizziu a tuttivanni mu' si ficca
'ccitennu ci no' s'ni sapi 'uardari.
'Shtu munnu no' è t'lu spirdu, ma t'lu mali;
no' 'uarda 'n facci l'atri, ma iddu shtessu;
no' vveti quali cosa ti cchiù vali
e sponna sempri cchiuni 'nta lu fuessu.
Ci fign'a mu' no' è misu 'ncora sali,
pi fforza havà spiccià' sotta pruciessu.
Traduzione
Mondo del male
Ci stiamo guastando tutti a poco a poco,
ché non facciamo quello che dobbiam fare;
vogliamo che la vita debba esser ricca
in modo da potercela spassare.
Che l'uomo cattivo più degli altri spicca
è certo, ché si fa rispettare;
il vizio dappertutto ora si ficca
uccidendo chi non sa guardarsene.
Questo mondo non è dello spirito, ma del male;
non guarda in faccia gli altri, ma se stesso;
non vede quale cosa di più vale
e sprofonda sempre più nel fosso.
Se fino adesso non ha messo ancora giudizio,
per forza finirà sotto processo. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD.» |
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