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«Il sonetto intende far capire che l'uomo oggigiorno manipola la natura a sua convenienza e piacimento per trarne profitto, senza accorgersi che rovina sempre più ciò che la natura stessa ci ha dato. La ciliegia maggiaiola che negli anni '60 rappresentava ancora un frutto primizio che maturava agli inizi di maggio, ora non c'è più, perché l'uomo preferisce avere la ciliegia "ferrovia" che è molto più voluminosa e che sul mercato rende di più» |
Inserita il 04/05/2017 |
A llu 'ncignà' ti masciu si sinteva
'nta ll'aria 'nu prufumu ti cirasi,
fruttu ca propria tannu si ccugghieva
pi 'nnùciri fracanza 'nta li casi.
E lu villanu si ni cuntineva
t'li vrazzi sua, ti tutti cuiddi spasi
e quannu sotta l'arvili viteva
li ziti ca si davunu li vasi.
Mu' nci shta la cirasa "ferrovia"
ca è grossa, faci a giugnu et èti gnora
e la shtrapòrtunu a ddonùnca sia.
Nci shtannu puru l'atri tipi 'ncora,
però no' ttennu 'n'ogna ti mascìa.
Ddo' è sci' spicciata cuedda mascialora?
Traduzione
La ciliegia maggiaiola
All'iniziar di maggio si sentiva
nell'aria un profumo di ciliegie,
frutto che proprio allora si coglieva
per portare fragranza nelle case.
E il contadino era contegnoso
delle sue braccia, di tutte quelle distese (di ciliegie)
e quando sotto gli alberi vedeva
i fidanzati che si scambiavano baci.
Ora c'è la ciliegia "ferrovia"
che è grossa, matura a giugno ed è nera
e la esportano dovunque sia.
Ci sono pure altri tipi ancora,
però non hanno un po' di magia.
Dove è andata a finire quella maggiaiola? |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD.» |
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