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Osci è lu Primu Masciu e vvogghiu cantu
'nziem'alli fatiaturi ti 'shtu munnu,
cá hagghiu shtatu a fatià' fign'a lu funnu
e pi lu pani hagghiu sutatu tantu.
Pur'iu so' com'a l'atri e mi ni vantu.
'Shtu giurnu vogghiu shto senza lu cciunnu,
manciannu, cú mi fazzu tunnu tunnu
e cú no' pó viniri cchiù lu chiantu.
Osci è la feshta ti li fatiaturi,
cuiddi ca tennu onori e dignità
e ssentunu t'la vita lu valori.
Sulu ci teni 'n'ànama e 'nu cori
crita ca la fatìa no' havà mancà',
ci no pi la famiglia so' duluri.
Traduzione
La festa dei lavoratori
Oggi è il Primo Maggio e voglio cantar
insieme ai lavoratori di questo mondo,
ché son stato a lavorar fino in fondo
e per il pane ho sudato tanto.
Pur io son come gli altri e me ne vanto.
Questo giorno voglio star senza il broncio,
mangiando, acché diventi più energico
e ché non possa venir più il pianto.
Oggi è la festa dei lavoratori,
quelli che hanno onore e dignità
e sentono della vita il valore.
Solo chi ha un'anima ed un cuore
grida che il lavoro non deve mancar,
se no per la famiglia son dolori. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABBA/ABBA, CDE/EDC.» |
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