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| Il mendicante
di ieri non è quello di oggi;
non cera niente che li separava
dal freddo; speravano solo che
spuntasse la luna, per trovare
l’ombrello.
Le scelte di
identità, non li hanno mai
riempiti di ottimismo, sempre
vicino all’abisso; un vita breve,
spinto dalla fame, necessario
era il mendicare.
L’indigente non è
più quello di ieri, starci vicino
non’è ... un piacere; non è cieco,
non è zoppo; non può lavorare?
È giovane e bello, può sfidare
la fame.
Oggi il mendicante
sa cosa vuole, si fanno gestire
senza parlare; ci sono i lungimiranti,
che gli fanno vivere l’io rischiando la
pelle; però; non resteranno nudi,
come quelli.
Gli possono posare
persino i volateli sulle spalle,
come gli elefanti; sopportano tutto
perché non sono mendicanti; cercano
un posto di lavoro, non un posto
per lavorare.
Loro si ergono
fino a celarsi lo sguardo,
che nulla danno e nulla fanno;
pretendono non vivono come
quelli, diventano violenti se
non l’ottengono.
Lui è lo stesso
di ieri, un Dio fedele; è l’uomo
che ha perso la fede; lavoro e dolori,
sono sempre i Suoi valori; rispettare
l'io di ognuno, l’amore di Dio è
sicuro. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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