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Aveva la frangetta sulla fronte
che le faceva risaltare gli occhi,
restava sotto a un tavolo impaurita
e mi guardava timida, sottocchi.
Così la vidi quella prima volta
a L’Aquila durante il terremoto,
aveva il viso scosso dal terrore,
lo sguardo assente, fisso verso il vuoto.
...Facevo parte dei soccorritori
che stavano aiutando gli abitanti
sepolti in tanti sotto le macerie,
con scene dolorose ed inquietanti.
La casa della bimba era crollata,
entrambi i genitori deceduti
giacevan sul terreno insieme agli altri,
un nugolo di corpi sconosciuti.
Guardavo quella bimba con dolcezza,
stringeva la sua bambola con cura
in modo da proteggerla dal male,
leggevo nel suo sguardo la paura.
La presi in braccio e mi si strinse al collo,
tremava come foglia sparsa al vento,
le chiusi gli occhi al fine d’evitare
la vista di quel sisma turbolento.
Intorno c’era un mare di rovine,
palazzi lesionati ed i feriti
venivano aiutati in emergenza
coi primi mezzi subito avvertiti.
Portai la bimba dentro a un ambulanza,
il medico prestò le prime cure
e lo guardai scuotendo un po’ la testa
per suggerirgli tènere premure
in quanto era rimasta sola al mondo.
Chiamai un’infermiera e la bambina
mi disse: “Come faccio a ritrovarti?
Qual è il tuo nome?” Aveva una vocina ...
Risposi: “Mirko, vengo da Magliano
de’ Marsi, sono qui coi volontari,
adesso l’infermiera ti accompagna
al campo per gli aiuti necessari”.
Nel mentre che si stava allontanando
gridò con forza: “Io son Gabriella! ”
... Ma dal mattino di quel sei aprile
non l’ho più vista, era molto bella!
...Pian piano il sisma s’è riaddormentato
e la città, curando le ferite,
è andata, con coraggio, riprendendo
la vita, ... tra le critiche infinite!
...Nel corso dei sei anni già passati,
lo devo in buona fede confessare,
la rivedevo sotto al tavolino
nascosta, non faceva che tremare!
...
...Un giorno ch’ero intento a lavorare
notai una gentile signorina
che mi guardava molto interessata
ed era bionda, giovane, carina.
Lo sguardo si fermò sulla frangetta ...
...la riconobbi subito all’istante,
m’avvicinai e chiesi: “Gabriella?”
Sorrise e m’abbracciò tutta festante!
Mi disse: “Ho chiesto in giro pel paese
e, poi, parlando con la tua consorte,
m’ha detto dove stavi, il desiderio
di ringraziarti era troppo forte! ”
L’ho subito invitata a pranzo in casa
e dal quel giorno, a Pasqua ed a Natale,
è ospite gradita. ... Una bambina ...
...sfuggita a un terremoto micidiale!
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Quella notte del 6 aprile 2009, il mio letto veniva letteralmente scagliato contro il termosifone sotto la finestra, le mura sussultavano dietro la spinta del terremoto che aveva distrutto L'Aquila e Provincia causando la morte di oltre 300 abitanti. Io abito a 30 km ed ho subito immaginato l'immane tragedia! ... Questa lirica per risvegliare il ricordo di quel terribile dramma, in questi giorni che ricorre il 6° anniversario.
NB.: I nomi dei personaggi e la vicenda sono immaginari, ogni riferimento a persone o cose deve ritenersi casuale.» |
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