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Passeggio innanzi a questa tetra campagna
e odo stormir tra le piante giovani zigoli mormorare suoni vivaci.
Come cantastorie.
Sento con peso la loro gioia.
Roccia marmorea sul mio petto,
cuore che non risente l'armonia monotona,
scolpisce piuttosto ad ogni battito un fremito violento.
E' una ferita sofferente
inflitta da colui che per la Patria
ha teso la trappola del silenzio.
Come legata a queste fredde mura.
Come il tuo corpo quando sei tornato.
Posato come sei, su un lieve manto di neve,
ti stringo a me come non ci fosse fine,
sento in lontananza le grida del Cupo Spirito
e non ritrovo più l'ardore che celavi un tempo,
a me ben noto.
Ora sei diventato fragile.
Dense parole evaporano al tepore del sole,
occhi di pietra e chioma di paglia,
ondeggi come preso dalla cortese danza del filo d'erba.
Il tuo coraggio, la tua forza,
si contrapponeva al mistico potere delle tue labbra.
Un mesto velo copre ora il tuo viso,
ma posso scorgere ancora
tenui fosse che scavavano il volto spento
di un'ombra argentea.
Ma non diventeranno mai tanto profonde
quanto lo saranno nel mio cuore.
Un giorno dopo l'altro,
semplici solchi diventeranno crepe.
Sono i Guardiani del Terrore,
che come presi da un'impavida tensione
dilaniano e bruciano ad ogni centimetro del loro cammino.
Esasperata angoscia di quest'aria che respiro,
sporca del sangue che scorreva sul campo di battaglia.
Il tormento della notte che lacera con il suo vento caldo
invoca incubi che non saranno mai risanati dalle tue carezze.
Penserò nel candore del nostro giaciglio,
Dove sento ancora il tuo profumo vitale.
La solitudine gelida della vita,
separa con lo scontro fatale.
Con un sogno culminato in un mesto risveglio,
tento di riportare tersi pensieri alla mente,
attraversati da umide lacrime,
che sussurrano parole e ristorano dal dolore.
In una giusta fine.
La decisa lama fredda e brillante al chiarore della Luna,
Scava nel cuore con la foga di un gemito
e fiotti di sangue purpureo che scorrendo purificano le membra,
sarà una morte fedelmente attesa. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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