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Chi ci chiama “bamboccioni”?
C'è qualcuno al Parlamento,
che convive coi milioni
e non nutre un sentimento
verso i giovani italiani
che convivono in famiglia
con i genitori anziani,
ma nessuno se li piglia!
Noi restiamo ad aspettare
un decreto od un concorso,
se ci stanno ad ascoltare
gli facciamo un bel discorso:
"Siamo giovani arrabbiati
col diploma appeso al muro
siamo ancor disoccupati,
ma speriamo nel futuro.
Sognavamo un buon lavoro
e un domani più sicuro,
è svanita l’illusione
...siamo dentro a un tunnel scuro!
Siamo tutti laureati
con il massimo dei voti,
siamo sempre più infuriati
coi programmi sempre vuoti!
Noi vogliamo lavorare,
ma i politici son sordi,
non ci vogliono ascoltare
per fissare degli accordi!
Siamo giovani in attesa
di una prima occupazione,
confidiamo che il Governo
trovi qualche soluzione
al problema tanto grave
della disoccupazione,
la speranza è sempre viva,
ma ci manda in depressione!
Siamo il sessantun per cento
dai diciotto ai trentun anni
stiam vivendo nel tormento
ed in mezzo a mille affanni!
La politica italiana
tiene un’anima assai bieca,
è una perfida Befana
egoista, sorda e cieca!
La pazienza d’aspettare
si fa sempre più ribelle,
tutti questi sacrifici
li paghiamo sulla pelle!"
Su, firmate quel decreto
che facilita il lavoro,
non esiste alcun divieto
...regalateci il decoro!
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«La mia non vuole essere una polemica diretta verso il Governo, ma solo un incentivo per smuovere il muro del silenzio che avvilisce i giovani "bamboccioni" ed offrire loro un lavoro decente per poter finalmente vivere in modo autonomo e non ricorrere alla solita mancetta settimanale tolta dalla pensione dei loro genitori. Un invito politico più che giustificato data l'attuale situazione sociale dei giovani d'oggi, quasi tutti disoccupati.
Una ribellione per invitare alla riflessione.» |
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Commenti di altri autori:
«Una ribellione per invitare alla riflessione, scrive il Poeta. Siamo in piena crisi. Di chi è la colpa? Francamente non riesco a capire da dove proviene. E' come quando c'è stata una guerra ma non c'è stato nessun conflitto eppure... si sono perduti posti di lavoro e non solo i giovani non trovano lavoro ma ultracinquantenni lo perdono (e la cosa è ancora più drammatica). Penso che non bisogna aspettare tutto dai politici ma prendere in mano la situazione, riunirsi in cooperative e fare veramente il possibile e l'impossibile. Il PROBLEMA è pure che c'è troppa burocrazia per chi vuole lavorare e incominciare una nuova attività, per chi ha il coraggio di mettersi in proprio bisogna varare delle leggi che aiutino la libera professione.»
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