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Gli echi del tempo mi sussurrano antiche voci
sento lo stormire delle fronde
che con la carezza del vento scrivono le note
di una sinfonia universale udita soltanto dai puri di cuore
sento i lamenti di quelli che perseguitati
non tradiscono per aver salva la vita
sento le parole degli assetati di giustizia
che gridano la loro disperazione perché
nei pugni stringono solamente l’ aria
sento il melodioso canto dei mansueti che accompagna
i loro passi sulle fecondità della terra
sento i lamenti di quelli che oppressi
trovando lungo il cammino occhi consolatori
si saziano col pane della misericordia
sento anche gli aneliti d’ amore di antiche contadine
che offrono le stanche membra a uomini
assetati soltanto di cupidigia libidinosa
e non ascoltano il canto della donna
creata dalla sapienza degli dei
sento le risa dei miserabili che sguaiati
offendono la sacralità femminile con la violenza
sento lo stridio dei denti di ricchi epuloni
che saziano le loro budella dimenticando l’ anima
sento la voce stanca di un antico sciamano
che affaticato si ritira lentamente nel suo tepee
con negli occhi il baratro dove precipitano
le illusioni degli stolti suoi compagni
sento risuonare dei passi sul selciato di chi
con la lanterna in mano affranto cercava l’Uomo
Gli echi del tempo continuano a sussurrare antiche voci
mi siedo stanco e pervaso da un senso di immanenza
una siepe fatale mi impedisce di vedere l’ orizzonte
nei poveri di spirito forse dentro in essi
si cela il mistero della vita... | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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