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Nella Notte m’urla ‘l cor, nel mesto duol, nel fiero duol,
e nel petto n’ho dolor, come furor, come tremor,
come tremor che sa d’Amor, pel dolce fior, pel suo mador,
e nel sogno a lei tuttor ne spicco e al Sol un lento vôl.
Inquieto or sono; ed io
ne canto a costei.
Insano or piango; e a Dio
or imploro e a lei.
Cara donna, quieto volto,
io non gemo... io non lagno
io non piango che per te,
come al bosco orrendo e folto
l’empio lupo, l’aspro ragno
un latrato emana al ciel.
Ti sogno e insano, e mia,
oh rosa non sei!
Fato ti porta or via
da quest’occhi miei!
Sento in core un molle spiro,
Sentimento consacrato
vanamente vola a te,
una lagrima... un sospiro,
core ambito, core amato
come Iddio tra’i nembi, ‘l Ciel.
Or rimembro ‘l vecchio maggio,
tra le rose e l’ansie viole
io men stavo che con te.
Ma non dissi, fu ‘l coraggio
debol dianzi a pie parole,
mancò fede pur nel Ciel.
Sono irrequieto, e mio
mi resta ‘l Destin!
Sono vessato, e gìö
per vano cammin!
Ti scorgo in sonno, e ria
la Sorte or m’è!
Questa maligna spia
il senso per te!
Oh Aloïsa! Oh Aloïsa! Oh Aloïsa!...
Oh Aloïsa nel mio cor, v’è fiero duol, v’è solo duol,
e nel sonno n’ho dolor, come terror, come d’orror,
come d’orror che sa d’Amor, pel bel tuo fior, pel tuo chiaror,
e nel sogno a te ed ognor ne spicco e al Sol un mesto vôl!
E voi che udito avete or questo verso,
perdonate se appar un po’ stonato,
ma di pianto dassenno qui l’ho terso
abbandonato.
Infatti, in lagne io gemo e sono immerso,
poiché sempre m’uccide un truce Fato.
Ma di carmi gentili ‘l volto asperso
n’ho, quello amato.
Oh Aloïsa nel mio cor, v’è fiero duol, v’è solo duol,
e nel sonno n’ho dolor, come terror, come d’orror,
come d’orror che sa d’Amor, pel bel tuo fior, pel tuo chiaror,
e nel sogno a te ed ognor ne spicco e al Sol un mesto vôl!
Anche tu, oh sonno, ‘l dici, e qui ne tòna
la bagatella lieta in la minore.
Come ‘l Destino mio, una nota stona,
un sol d’Amore.
Ah che feci... ah che feci! Mi perdona,
tel dissi ancora e dolce, oh donna in fiore!...
Deh, lo supplico; e l’alma è mesta e prona,
pietà: ‘l mio core!
Nella Notte m’urla ‘l cor, nel mesto duol, nel fiero duol,
e nel petto n’ho dolor, come furor, come tremor,
come tremor che sa d’Amor, pel dolce fior, pel suo mador,
e nel sogno a lei tuttor ne spicco e al Sol un lento vôl.
Un dì mi salutasti, e io tacqui, e muto
non ti scrutai nemmeno,
ed or pel tuo gentil, pel tuo saluto
eterno io peno.
Che mestizia! Ti canto, in mano ‘l liuto -
Destino di veleno! -
ma ‘l Fato mi ripete in un baleno
che t’ho perduto.
Oh Aloïsa nel mio cor, v’è fiero duol, v’è solo duol,
e nel sonno n’ho dolor, come terror, come d’orror,
come d’orror che sa d’Amor, pel bel tuo fior, pel tuo chiaror,
e nel sogno a te ed ognor ne spicco e al Sol un mesto vôl!
Nel sogno e lentamente un’alma muore,
perennemente in ansia, e al tuo cospetto
s’impallidisce e tosto or come un fiore,
muta di detto,
e presto mi sovviene ‘l reo dolore,
Fatalità crudel, crudel dispetto;
e vanamente aspetto
un bacio almeno - un solo - un sol singulto,
ma questa desiänza è un sogno inulto!
Nella Notte m’urla ‘l cor, nel mesto duol, nel fiero duol,
e nel petto n’ho dolor, come furor, come tremor,
come tremor che sa d’Amor, pel dolce fior, pel suo mador,
e nel sogno a lei tuttor ne spicco e al Sol un lento vôl.
Inquieto or sono; ed io
ne canto a costei.
Insano or piango; e a Dio
or imploro e a lei.
Ti sogno e insano, e mia,
oh rosa non sei!
Fato ti porta or via
da quest’occhi miei!
Sono irrequieto, e mio
mi resta ‘l Destin!
Sono vessato, e gìö
per vano cammin!
Ti scorgo in sonno, e ria
la Sorte or m’è!
Questa maligna spia
il senso per te!
Oh Aloïsa! Oh Aloïsa! Oh Aloïsa!...
Oh Aloïsa nel mio cor, v’è fiero duol, v’è solo duol,
e nel sonno n’ho dolor, come terror, come d’orror,
come d’orror che sa d’Amor, pel bel tuo fior, pel tuo chiaror,
e nel sogno a te ed ognor ne spicco e al Sol un mesto vôl!
Oh Aloïsa! |
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