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In questa lugubre
Notte mi lagno
d’un Fato orrendo,
di fiere lagrime
le guance bagno
e ‘l duol n’apprendo,
come le tenebre
su questa Luna,
come le stelle
che fioche brillano
in nube bruna
che non si svelle,
e sento ‘l spirito
andar per cure
che sono forti,
che sono orribili
come l’impure
ossa de’ morti.
Così nell’aëre
mi giacio solo
nel sonno odiato
che verso gl’incubi
ne spicca un volo
e verso ‘l Fato,
‘ve sempre mancami
un braccio avvinto
al collo e al fresco
del petto ‘l palpito
di sangue tinto,
labbro donnesco,
e piango al murmure
de’i nembi in cielo,
guardo in me istesso
e apprendo ‘l misero
Destin di gelo,
singulto oppresso.
Mi manca un’anima
da darle Amore,
forse una donna...
forse uno spasimo
nel mesto core
un fior di gonna,
un’inconsutile
dolce ninfea,
occhio sereno,
bacio di Dòride,
guardo di Dea,
gioja d’un seno,
come una rorida
rosa in sull’alba,
come una viola
che canta limpida
in sera falba
e che consola.
Allor mi soffoco
nel sogno vano,
nel van pregare
dove in sul languido
bacio alla mano
io voglio amare,
dove m’è misero,
dove m’è assente
un detto: «T’amo!»
verso l’incognito
della mia mente,
del mio richiamo,
dove ognor mancami
un Nume e l’ale,
la carne e ‘l senso,
un Santo e ‘l Dèmone,
quest’Ideäle,
possente e immenso,
dov’è ingannevole
lambire un collo,
e bere ‘l fiato,
giovar i gemiti
dove mi crollo
a un sen amato,
dove sta l’incubo,
regna lo strazio,
questa purezza
d’un sogno debile
su cui mi spazio
di pia dolcezza.
Vorrei discutere
non più col Nulla,
il crin ghermire
non di quest’Inferi
ma di fanciulla,
né vò patire,
vorrei lo spirito,
un corpo, e un core,
beärmi alfine
in codest’attimi
di santo Amore,
di rose in spine,
vorrei che a’ nugoli
a Iddio salisse
questa preghiera
che vana sibila,
che tanto disse
l’alma mia fiera.
Ma in questo chiedere
si scopre un neo,
e vano prego
a quest’Altissimo
che mi sa reo:
solo un diniego! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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