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Inquieto divenire e ondeggiar lieve
mentre l'afa allenta la sua tenaglia
e il venticello caldo entra primattore
danzano le fronde del prosperoso ulivo,
ormai del meriggio si è persa la festa
a passi lunghi muta rituale la scena.
Solo... amico della mia anima
rimugino di ieri bagliori e scena
un'altra tappa presa e condivisa,
in quest'annata di dubbi e turbolenza
si è coronato il sogno delle sofferte attese
ora sei qui accanto, liscia e sai di nuovo.
Quanto l'odor del dubbio ha preso campo
in quei giorni nemici che sbarravano la via,
quell'inquietudine di venir meno alle attese
per un punto preso ma non sterile orgoglio,
veder maturare caldo e certo il progetto
e coglierne le essenze del novello frutto.
Oggi... finito il clamore in pace penso
a questo volo di leggiadre farfalle,
che librano in aria quel verso d' unione
fra dolci fanciulle briose sul prato
e stanche menti sempre più spossate,
schiave del vortice di un oggi che ruba e scava.
Ora che allungo la mano e t'accarezzo
entro deciso in casa senza chiedere permesso
e sfoglio nel palmo le vergini pagine,
ma quelle parole pregne di fatica e storia
ora le leggo lì e più non m'inganna la memoria:
questa è vera essenza non sterile vezzo.
Parole che raccontate il far della vita
voi siete le ancelle dei giorni e delle stagioni,
in quel crogiolo di vero sentimento
si respira il profumo e si condivide la presenza,
di quel vicolo stretto non perder la scia
ogni parola è speranza... non stolta bugia. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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