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Stanotte,
mentre il sonno carezzava i tuoi occhi,
coi tuoi fili di seta ormai bianchi
ho parlato,
mi guardavano stanchi
e, col rispetto che si dà ad una liturgia
che dentro ti lascia indelebile scia
a loro ho detto:
"fili di seta che m'han visto ragazzino
per me foste voi forza e coraggio
d'affrontar mille volte il contrario destino
ritrovandola sempre nel più nero inverno,
la primavera e i colori dei fiori di maggio.
Siete ancora il domani che sarà la mia luce,
il dolore e la gioia, che ammala o guarisce
del mio tempo, la guerra o l'attesa pace
e del mio cuore,
chi il mio cuore a volte ferisce..."
Con voi,
fili della mia esistenza,
e del mio tempo essenza
stanotte ho parlato,
mentre il sonno carezzava i suoi occhi... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«I capelli come gli occhi e la bocca sono per chi scrive un mondo sul quale intrecciar parole ed immagini, tentando di verseggiare sentimenti.
Se poi quei capelli ti conoscono dal loro nero più intenso al color bianco neve (quasi da sempre...), allora ecco che i sentimenti si mescolano nella scatala dei ricordi e la vita parla di loro e per te...» |
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