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Responsabilità sociale
Attendeva il crepuscolo, paralizzata dalle ombre
Donne
Attendeva il crepuscolo, paralizzata dalle ombre,
palizzate ardenti delle sue odiante sembianze,
scarnificata su quei rami di nulla
che le offriva il suo dolore.
Non era attesa né, tantomeno, amata,
strisciava, come sottile cortina di fumo,
sui muri della città, in penombra,
attenta a non farsi vedere,
scura in volto,
scuro il cappello,
scure le vesti
scura nell'animo, troppo abituata ad odiare.
Qualcuno, ogni tanto, le sorrideva,
ma lei non rispondeva al saluto,
non era normale, troppo strano.
Così, sporgeva il muso e l'altro subito scappava,
assassinato dal suo volto,
tumefatto,
scalfito dai rivoli delle sue carni,
solcato da quelle lacrime senza più sale.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Un'atmosfera cupa, agghiacciante, quasi noir nelle immagini vivide che l'autore ha saputo rendere per incastonare una sofferenza totale, assoluta, profonda. di una donna che si nasconde... che nasconde il suo volto e la sua anima ...che non crede più neppure nella possibilità di spontaneo.
Vittima incolpevole di un pensare stereotipato, vuoto ed etichettante di una società che massifica in canoni irreali... o carnefice di se stessa? Poesia che lascia un senso di sgomento. Solitudine ed emarginazione, alienazione reale e quotidiana che si incontra all'angolo di strada. Eccellente.»