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Responsabilità sociale
Non conobbi mai
Impressioni
Non conobbi mai, madre, l'odore del tuo seno,
nè il suo sapore,
candido ed immacolato
come Madonna violentata
dal mondo.
Nè conobbi il calore
del tuo corpo
che mi ha accolto in se forse per caso
e che m'ha nutrito, nel tormento.
Nè saprò mai se
il tuo viso, scarno,
che non vidi mai,
m'avrebbe
donato la speranza
di vedere la luce delle stelle,
un giorno.
Ma io non so, non conosco amore
nè la ragion per cui
il mio corpo e la mia inerme anima nascente
hai abbandonato
tra il puzzo e scarti di verdura
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Una mancanza atroce, una assenza percepita viva che sanguina come ferita aperta e tale resterà. La madre è la mediatrice privilegita fra un bambino e il mondo, madre che è mondo essa stessa di calore, di affetto, accoglienza... riferimento e ancora di ogni creatura... se manca è supporto che difficilmente è sostituibile ma se a tale mancanza si aggiunge l'abbandono... diventa dolore insoppremibile, taglio che inciderà l'esistere e l'essere. Splendida poesia, per argomento e arte compositiva.»
«E come poter dimenticare un tale gesto... non so se l'Amore che alberga in noi può col tempo lenire di quelle profonde ferite che hanno lacerato l'anima, mancato l'abbraccio quello essenziale penso sia come strappare un cordone ombelicale una seconda volta, Versi che arrivano con grande impatto emotivo.»