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Trovai posto sur tetto der vagone,
ma er controllore disse: “Mo’ te méno
se subito nun zompi giù dar treno ...!”
...E visto che ciavéva ‘st’intenzione ...:
“Addio e bòn viaggio a chi ce resta! ”
risposi, me buttai giù dar vagone
...e ritornai de novo a la stazione
co’ ‘n bozzo in fronte e ‘na ferita ‘n testa.
Me so’ trovato ‘n mezzo a le persone,
ma qui c’è stato ‘n farso pigia- pigia,
...e in un momento de disattenzione ...,
...quarcuno m’ha fregato ... la valigia!
Ho subito avvertito ‘n poliziotto
pe’ potémme aiuta’ a ritrovalla,
e m’ha risposto: “Ho visto ‘n giovanotto
co’ ‘na valigia issata su ‘na spalla
che annàva proprio verso Via Gioberti,
corémo, daje, mo’ lo riacchiappàmo! ”.
...Ciavévo pure i pantaloni aperti,
j’annàvo appresso senza fa’ reclamo!
Er poliziotto acciuffò quel ladro
nascosto in un portone e co’ le mani
m’aveva messo già tutto a soqquadro:
pantofole, pigiami e asciugamani.
Però, l’agente, visto che all’interno
nun c’erano valori de gran pregio,
me fece ‘n gesto carico de scherno
e, poi, me disse, quasi pe’ dispregio:
“E questa la valigia? Ne è sicuro?
Presenti, ad evitar qualsiasi imbrojo,
un documento...”. ... Ma me feci scuro ...,
...pe’ core ... m’ero perso er portafojo!
‘Startr’anno quanno ariva Ferragosto ...
me chiudo ‘n casa ... e me ne sto nascosto! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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