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Rosea è l’aurora, son porpore i cieli
e sembran petali d’un ciclamino,
e l’alte immergono vette, e ‘l piccino
calle li abbraccia e spira legger,
e l’orbe pietre de’i monti e de’i culmini,
e le conifere e l’agili selve,
e i bei ruscel che abbeveran le belve,
e i freddi ghiacci, e i torrenti e i sentier,
e l’ime valli, e i docili rivi,
e i pii camosci, e gli agil stambecchi,
e i ponti ordìti co’i platani secchi
sentono un corno che corre a squillar;
e s’impauriscono, e sono i vivi
sensi del vento, di nevi un pio mar.
Pell’erta crescono i rovi selvatici,
e in lor si nutre la fulgida fragola,
ed una lince piccina si miagola,
ed una vipera striscia in sul suol,
e gli agrifogli, le pigne e gli abeti
d’ombre ricoprono i valichi e i cespi,
e l’alte vigne dai tralci sì crespi
contente crescono al guardo del Sol,
e in sulle ghiande, e sotto le querce,
stanno i porcini cogli altri funghetti,
ed una fonte si spasima a getti
di fredde lagrime, di caldi umor;
e gli scoïattoli, le talpe guerce,
di questa bevono l’acre liquor.
Stretto tra’i picchi sen remiga un lago,
e scorre limpido lungo le valli,
e l’acque azzurre, le creste ed i calli
rosei divengono sìccome i ciel,
e le betulle n’adombran le ripe,
e i negri frassini i lidi di pietra,
e soffia ed ansima la gelida etra,
e s’erge un’isola trapunta a vel,
e presso l’onde i cigni si mòvono,
van pel sottil Oceäno dell’Alpi,
e pria che ‘l giorno dall’alba poi salpi,
meste canzoni sen vanno a intonar;
e d’orbi sibili tristi si coprono...
Quest’è un alpestre paesaggio d’amar! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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