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Dolce è ‘l vagar pella campagna estiva,
ombre s’alternano e gelide arsure,
e libero etere, e pallide e pure
nubi, ed aprichi e freschi ruscel,
e van le rondini, e vanno all’incognito,
e i quieti zefiri soffiano, e i sassi
fermi s’abbronzano in sotto i miei passi,
e d’ametista azzurro sta ‘l ciel;
ed io contemplo le foglie de’i tigli,
e delle querce, degli alti castagni,
e i peschi in petali, e i verdi stagni,
e gli arboscel de’i platani e de’i fior,
e mi vien cara l’estate, e i bei gigli
mi rasserenano l’anima e ‘l cor.
Bello è ‘l sentir pelle scoscese ripe
le raganelle che cantano, e i turbini
dell’assetate correnti, ed i fulmini
che da lontan sen vagano a frinir,
e ‘l cinguettar mi allieta delle allodole,
e de’i fringuelli, ed un passerotto
contento lagnasi, e canta sotto
un pruno in bòcciolo che ‘l va a coprir;
e pelle morbide rogge gli svassi
e gli anatroccoli, e i cigni allegri
tranquilli nuotano, e i terrei e negri
pulcin li seguono, e dove chissà,
e l’aër vola e librasi in spassi,
vien colla rondine, e corre e sen va.
Molle è l’errar pella festosa estate,
il Sol dilettasi tra l’ombre e i cieli,
belli fioriscono e i peschi e i meli
e i mirti candidi, e i rovi altèr,
e son di marmo le prugne dorate,
e son d’argento le tonde albicocche,
e ‘l giallo polline bacia le bocche
dell’ocra apetta che ‘l vuole goder;
ed io passeggio pegli ermi sentieri,
e scorgo i boschi, e i prati e ‘l frumento,
e lungo i ciottoli corro e son lento,
e mi sovvien un respiro divin,
e di quest’alito nutro i sinceri
passi e i polmoni, proseguo ‘l cammin. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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