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Freddo e piccolo e pallido nembo
tristo si lagna in sulla vera,
piove e affranto si mormora e annacqua
le rogge apriche pinte di cera;
grida e sanguina e s’agita come
un cor che piagne al verno che fu...
e allor quell’aër che arido soffia
piega le querce e gli orni ed i pini,
e va ai margini azzurri del cielo
onde li oscura, e gli aspri e meschini
venti girano e gridano vedovi
del niveo ghiaccio che non vive più.
Mesto ed umido e tremulo Sole
risplende opaco in sull’aurora,
mugge e oscuro e placido immerge
d’acque le piane e i boschi; e la mora
terra e i ciottoli piegansi inermi
all’onda oscena che s’agita ancor...
e ivi i fulmini battono ‘l tempo
dell’empia danza de’i nembi in fuga,
e urla ‘l ruvido e gelido tòno,
e ‘l ciel l’aspetto cupo corrùga,
munge l’avida pioggia da’i nuvoli,
e piagne ed urla battendosi ‘l cor.
Cade e rigida e formida e bruta
la pioggerella in sulla campagna,
rugge e fitta si gracida in tetra
pena d’orrore, e poscia si lagna
come un cuculo che canta ai muti
e freddi e cupi ossami d’avel;
e ‘l reo loculo del Sol esangue
putrido cola dall’orride ossa,
e alza ‘l lurido e gracile teschio
sovra i bei campi, ‘l veggo, li affossa...
e ‘l suo fetido spirto che scalpita
tutto consuma, la terra ed il ciel.
Quest’è un attimo d’orride piogge
fredde ed eterne e indocili e vili,
tempo e istante impùdico e negro;
e flutti e fior che tessono i fili
son le gelide e fresche saëtte
di questa vera che non brilla più...
e ‘l sì timido e debile Sole
si cela inerme in sulla bruma,
e va ai nuvoli e placasi in tedio
e fredde aurette serico fuma...
ed è un palpito ancor d’autunno,
fors’anche è verno... quel verno che fu. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Poesia sperimentale. Ho sperimentalmente adottato una metrica strana: la strofa è composta da cinque decasillabi, di cui l'ultimo è spesso sdrucciolo, e un endecasillabo finale tronco. I decasillabi 1, 3, 5 hanno una cesura dopo il quaternario (quasi sempre o sempre sdrucciolo), i decasillabi 2 e 4 hanno una cesura dopo il quinario (quasi sempre piano), l'endecasillabo ha la cesura dopo il quinario. Metrica sperimentale, per cercare di superare un ritmo e una musicalità un po' troppo chiamata. Se piace bene, se non piace perfezionerò oppure tornerò alle normali procedure estetiche.» |
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