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Muor anche questa, è l’ultima spene,
spira e s’imbianca di gelida Vita
e tra gli spasimi dorme assopita
nel sogno eterno dell’ossa mortal.
Sònano i bronzi e piangon le fosse,
e sono i lugubri passi de’i morti;
e le ghirlande che giaccion commosse
copron di fiori gli spiriti assorti.
Rulla ‘l tamburo e geme la tromba,
e ‘l flauto oscilla dell’ultimo spir;
e mesto ‘l gemito scopre la tomba
dove ‘l mio sogno sen vola a dormir.
Balzan le dita sul tremulo avorio,
e ondeggia ‘l palpito del secco pianto.
Ei muore giovine; e grida ‘l canto
dell’aspra requie eterna e feral.
M’è dolce ‘l ritmo del spasmo funereo
e parmi ‘l sibilo d’un spento Amor;
ed è l’impronta d’un volto venereo,
è l’ansio spiro d’un misero cor.
Quest’è la lirica del nostro Fato,
ed è la danza d’un verme vorace...
ed io miserrimo sono dannato,
non ho più spene, non ho più la pace.
Sento che ‘l bronzo ti dice che t’amo...
e nel silenzio dell’urne funeste,
e nel sepolcro che ‘l sogno m’investe
t’amo... sì, t’amo anch’io; e immortal
sento di te desiderio e piacere,
e grido in lagrime mesto e smarrito
e fino all’ultimo voglio godere,
morir felice... dormire da ardito.
Ma è un sogno, un incubo che presto muore
come la neve che scioglie i suoi fiocchi;
ed è la pena d’un povero core
che non ti scorge, che più non lo tocchi.
È una chimera che vola alla Morte,
la Notte bruna dell’alba tua chioma;
ed è la Luna che grida alla sorte...
il fresco nembo che più non mi doma.
Sòna felice la funebre marcia,
fiamma innocente dov’io son colpevole;
canta contenta e questa manchevole
follia dimentica... e sii fatal.
Muore ‘l mio sogno... l’attesa mia spira...
Scordala sempre... pietade di me!
Fuggono i sogni e s’apre lor tomba,
ma vivo ancora... e vivo di te! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«In memoria di F. F. Chopin» |
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