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«Nel nostro paese la colpa è sempre dell'altro, i nostri politici sono abili a rifarsi la verginità apparente... questo popolo, che distratto e supino si muove fra le macerie... ma non decide mai, si fa comprare sempre dalle solite lusinghe...» |
Inserita il 29/08/2013 |
Logorato quel pensiero ardito,
avariato profumo di minestra riscaldata
e l'azione indegna induce offesa,
palese oltraggio al ricco e al popolano.
In quel gusto di zelo e disfida
narcisismo eccelso di sfacciata indole,
volteggia sopra le altrui ragioni e domina
nel pavoneggiante senso di superiorità e boria.
Tosto tornare a quel timone
dopo aver perso faccia e assale,
in nenie promesse ardite deluse
ora ricami e rincari la dose:
- Le colpe sono altrui e tu sei il benefattore?
Sul proscenio della falsa è già burrasca
nello schioccar di dita e pollice verso,
in quel dettato l'esegutivo è in bilico:
tu sfili la spina e per il Governo è lutto.
Nel capir il senso di tanta acredine
non si libra limpido l'ideale,
già il popolo supino è alla frutta
e non vale menar una danza personale
solo per il sacco e il capitale.
Dietro il monte un barlume d'alba appare
irto e gravoso ondeggiar verso la china,
secco e arido lo spremuto limone
come il portafoglio delle classi popolane.
Il nuovo che avanza non sia d'imbroglio
con le stesse facce si perpetua... lo sbaglio,
cambiar uomini al pezzo, gioco sopraffino
e nel passo deciso, la giusta cadenza o lo sbaraglio... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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