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«Non so se ai miei pazienti lettori sia mai capitato di sentirsi chiamare imbranati. A me è successo una volta (poi chissà quante altre volte altre persone l'hanno pensato, senza dirmelo...) Fu un episodio abbastanza divertente, quasi "fantozziano", che mi fa piacere raccontare. Ero militare a Cagliari, nel 1974, e facevo il C . A . R . da circa un mese. Ci portarono per la prima volta a sparare con il fucile contro delle sagome in un posto periferico della città, circondato da collinette rocciose. Quando il capitano (un palermitano a suo modo spiritoso, che ci chiamava "rèquite" anziché reclute e che, quando bisognò fare la fotografia, disse: "Andiamo a farci fòtere! ") diede l'ordine, anch'io sparai, sicuro di aver colpito la sagoma, ma, forse a causa del forte rinculo, la traiettoria risultò alquanto deviata. Un attimo dopo sentii la voce del capitano che testualmente diceva: "Chi è quell'imbranato che ha sparato alla roccia? " "Ah, ah! Chissà chi sarà quell'imbranato? ", dissi al tenente (un sardo gentilissimo) che era dietro di me. "Guarda che sei proprio tu quell'imbranato! ", mi rispose piuttosto preoccupato, e continuò: "Fa' finta di niente, ma al prossimo tiro fa' sparare a me: il capitano non se ne accorgerà! " Infatti non se ne accorse, e così il tenente raddrizzò la mia situazione (e la sua) . Per fortuna, la settimana seguente me la cavai piuttosto bene con il lancio di un paio di bombe a mano...» |
Inserita il 09/11/2015 |
Un tempo gli imbranati e le imbranate
trovavano rifugio in un convento,
dove a volte la fede era un evento
d’improbabili e incerte coordinate.
Lo facevano forse soprattutto
per evitar sorprese ed incombenze
che la vita riserva, le inclemenze
d’un mondo vario, spesso alquanto brutto.
Avevano bisogno d’una guida,
d’un punto fermo, di sicura sosta
nella corsa terrena, che assai costa
a chi non ha tendenza per la sfida.
La moda dei conventi ormai passata,
si videro col tempo gli ufficiali,
poliziotti, insegnanti, gli statali
chiedere asilo a vita programmata.
Ed io, che d’imbranato spesso ho avuto
più d’un aspetto, non so stare senza
le regole del verso, cui assistenza
con fiducia domando, chiedo aiuto. |
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