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«A volte (come mi successe in questo caso) esitiamo a pubblicare, perché pensiamo di avere oltrepassato qualche limite, di essere andati contro qualche morale religiosa, di avere scritto "qualcosa che non va", salvo scoprire, poi, che quella cosa era già stata detta e scritta (con diverse sfumature, ma proprio in ambito religioso) migliaia di anni fa. Leggendo don Andrea Gallo (che lo metteva tra i suoi libri preferiti) ho da poco scoperto il "Qoèlet", o "Ecclesiaste" (del quale è stato ultimamente letto un brano in chiesa dal sacerdote che officiava la Messa in ricordo di mia madre a un mese dalla sua scomparsa) . Ebbene, in quel libro (attribuito alla famosa saggezza di Salomone) si legge (IV, 2 e 3) : "Ho proclamato più felici i morti, ormai trapassati, dei viventi che sono ancora in vita, ma ancor più felice degli uni e degli altri chi ancora non è e non ha visto le azioni malvagie che si commettono sotto il sole. "» |
Inserita il 01/10/2014 |
Da ringraziare forse ci sarebbe
le vostre madri che un bel dì preclusero
la strada a voi di questo mondo dove,
dopo effimere gioie, la malattia
prima o poi si presenta e fa soffrire
le pene dell’inferno che sotterra
fu erroneamente posto e che la terra
invece ben conosce, ogniqualvolta
il Parkinson, l’Alzheimer, il tumore
ed ogni non voluta imperfezione
di quell’essere fragile ch’è l’uomo
ne aggravano l’instabile presenza
nel mondo, spesso male sopportata.
E chissà mai se valgono il successo,
il denaro, dell’arte le delizie,
i piaceri del sesso, le amicizie
a ripagar la triste condizione
di vita di quell’essere animato,
per sua costituzione destinato,
dopo gravoso viaggio, a ritornare
alla meta di prima d’esser nato! |
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«Di solito non pubblico i miei versi un po’ troppo "inquieti", ma faccio un’eccezione per questa poesia (scritta il giorno di Natale 2011 e pubblicata oggi, Ferragosto, due date che dovrebbero essere "liete"), perché forse è giusto, ogni tanto, rendere noti i propri pensieri più cupi, anche se passeggeri. Spero che i molti lettori che sicuramente non condivideranno il contenuto della composizione ne vogliano almeno apprezzare gli endecasillabi sciolti.» |
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