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| Ci imbarcammo,
direzione speranza;
con valigie di sogni e cartoni
lasciammo tutto, quindi niente,
per partire senza bandiera
per fuggire da una vita ferita.
Dall'Italia a Ellis Island traghettammo,
isola d'arrivo che consuma ogni dramma
Italiani, Greci,
Polacchi e Portoricani,
per piantare radici lontane.
Abbracciammo una terra
l'America,
coltivata dal sangue umiliato.
Un terreno, un tetto, due libri
esseri umani al prezzo del pane.
Nelle tasche volantini e pistole
per mostrare al mondo intero
che era terra libera e giusta
ma era anche prepotente e crudele.
Libertà volò via in quell'istante
e capimmo che in quel bel paese
per un'inezia puoi essere un niente
e in un nonnulla assaggiai le catene.
Il processo fu certo viziato
da pregiudizi di natura razziale
il verdetto fu così decretato
anarcho- italian- criminale.
Tra le colpe che ci han consegnato:
ci han dichiarati minaccie sociali,
emigranti di braccia e di idee
sovversivi e rivoluzionari.
Dovevamo esser si condannati
a discapito di ragione e diritto,
l'Anarchia è un'ideal pacifista
mai scegliemmo un gesto violento.
Altri nostri paesani abusati
scelsero invece di soffrire tacendo
senza affatto tentar di cambiare
la società che stavam costruendo.
E'la forza di quella democrazia
che avversari non vuole e non teme
il regime mostra la nuda autorità,
dittatura, in maggiore età.
Paranoia nazionale e sociale
sei una Legge che non può funzionare
una pena istantanea e terribile
che nel tempo vuole perdurare.
Zio Sam col sorriso di sangue
che indifferente gioca a carte col mondo
uccidi e condanni chi è già condannato
condanni ed uccidi chi è già stato segnato.
Non potrò mai accettar le ragioni
o la loro mancanza totale
sbattuti in prima pagina oggi
siamo vittime da sacrificare.
Deliberare la soppressione di un uomo
stabilita e quindi eseguita
freddamente da gelide belve;
non ha niente che rassomigli alla vita.
Dirò ai fautori di una tale condanna
che han l'indice teso e sempre puntato,
che l'irrimediabilità di una pena di morte
da chi giudica, è un'epilogo sempre ignorato.
Sarei io quel disastro di uomo
che combatte contro grandine a stento?
Sottochiave avete solo il guscio dell'uovo
l'anima e la poesia le contrabbando nel vento.
All'amico di sempre e fedele
a quella faccia impaurita e commossa
chiedo solo di darmi un coraggio
per il passo che porta alla fossa.
Viso stoico e soffocata emozione
non rinnego un solo pensiero
coerenza e convinzione
nel momento ormai più sincero.
Ma la notte ha labbra più grosse del giorno,
figlio erede del seme di speranza
a te lascio la fiducia nei poveri amici
e un biglietto per un buon ritorno.
E'doveroso sognare più forte
nell'ultima notte lasciano aperte le porte
mille fiaccole dalla finestra già vedo
sembra quasi si sia ribaltato anche il cielo.
Sarà ammazzata la verità
e c'è stato un colpevole silenzio,
io volevo soltanto equità
voi mi spiegate solamente violenze.
Voglio dire, che sono innocente
ho combattuto per eliminare il delitto
dell'uomo sull'uomo,
morirò io e non la gente
è per questo che non mi sento da solo.
Tutto è finito ed il tempo è scaduto
dal Piemonte alla Puglia
l'attesa è recisa,
sopra ogni marmo il nome del deceduto.
Il giudice fallendo dirà
rabbioso ormai in volto:
"A mezzanotte che si uccida l'uomo
il simbolo né è già stato raccolto".
Saremmo morti
come si muore di fame
senza alcun senso da poter tramandare
ora sfruttati e mandati al macello
di questo sistema varcheremo il cancello.
Lasceremo agli uomini una nuova speranza
che l'individuo nuovo nasca
da cultura,
comprensione e tolleranza
e che da quando esistono
uomini e leggi
si è come il pastore.
Che controlla le greggi. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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