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Dalle ioniche arene, ai lidi d'Atene
dal Sole còcente bagnato dal mar,
dall'orde di Sparta, all'egizie catene
dai marmi de' Numi temprati da altar
qual ninfa che liba sull'elmo de' forti
si desta la forma del santo saper.
Dal canto di Vita riversa sui morti
le nobili fiamme del sacro dover.
Correndo tra i campi marcati da guerra,
piangendo sui corpi degli ultimi Eroi
s'eleva portente per tutta la terra
la Speme ridente trainata da buoi,
ché serva la fece de' nostri dolori
la mente feconda d'un giusto pensier.
Dai solchi del suolo ai tepidi ardori
dai muschi gentili del campo guerrier,
dai templi di Pella alle biade d'Egitto
dal sangue purpureo del docile fior
precipita un seme, corpuscolo invitto
parlante d'Eterno nel nome d'Amor.
L'origini indaga dall'acque marine,
dai semi furiosi nel cieco cammin...
l'origin dell'orbe, delle idee divine
dell'uomo battuto dal fiero destin.
Mileto proclama la nobile brama
che volge repente al frequente desir;
ma l'orbe si stringe d'intorno alla lama
d'un cieco volere, d'un reo divenir.
Dall'italo lido al siculo vulcano
gloriosa si mostra d'Elea l'onor.
Dall'iri tranquilla si desta sì piano
dell'essere eterno il securo rigor.
Libando sul Cielo, parlando dell'uomo
l'ombre della Notte le fosche lasciâr;
dai sommi pensieri l'Intero d'atòmo
i Geni di Grecia coi sensi pensâr.
Pell'attiche piazze un satiro s'aggira,
sublime sapiente pregante gli Dei;
ma lingue mendaci l'avvolgon qual spira
lo spingono tosto al giudizio de' rei.
Sublime nel duolo fu mente perduta
che ligio e sfidante pensare dovè,
tra l'aspre catene di folle cicuta
la linfa malvagia vegliardo bevè.
Dall'aspre prigioni di questo sapiente
ai gridi feroci del cieco soffrir
s'eleva una voce che grida gemente
«Chi pensa sul suolo stia pronto a morir!».
Dal grande Platone al saggio di Stagira,
dagli stoici duoli ai nobili piacer,
da Cristo morente che il Cielo rimira
ai triboli antichi d'un Santo nel Ver
qual morte precoce si volge un pensiero
le genti depresse dal sonno a destar;
ma il sonno turbato non è lusinghiero,
il sogno de' folli que' saggi lasciar.
Trapassan millenni sull'orbe di lutto,
la Scienza tiranna non volge a virtù.
La legge morale, lo spirto del Tutto
son storie passate del tempo che fu. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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