Te l'ho detto
il mondo non mi appartiene,
gira su se stesso
come un gomitolo di lana.

Scivola sulla mia pelle
imbratta l'azzurro del cielo
ma ogni volta
cade giù come un pallone
rimbalzando da un punto all'altro.

Vado a stendermi al sole,
il mio cuore ha pochi spiccioli
seminati lungo un tragitto
così tortuoso.

Te l'ho sussurrato in un orecchio
è come galleggiare
sopra una tempesta di fragilità
in guerra tra di loro.

La vita è un bel giardino
che sceglie i suoi fiori
e le sue spine,
io sono una pietra mezza dentro
e mezza fuori
coperta di muschio.

Ho visto la pioggia
lavare la superficie
sporca di terra e dolore,
c'era tutto quello che desideravo
ma è finito in un pianto
in fondo al mare.

Ti ho mostrato un po' di poesia
facendoti entrare nella mia anima
rimasta dietro file
di ombre scure.

Essa ha parlato tutto il tempo...
chissà se tu
l'hai ascoltata!

Mi guardo in giro
e vedo quello che spunta, cresce e va
per il suo verso.

Io non le sento dentro,
non le tengo con me.
Vanno via da sole
dove le correnti le portano
lontano.

Non ho mai voluto niente
perché sapevo
che c'è troppo odio
lungo questo sentiero sconnesso.

Non ho neanche cercato
tanto
è tutto così friabile, impermanente.

Non vado a trovare la notte,
è lei che viene da me
come il giorno
mi sorprende ancora
con gli occhi aperti.

Tu puoi salvarmi
da me stesso,
mentre scendo dentro una torre
capovolta.

Tutti si affannano,
spaccano, salgono trionfi, cadono sconfitte.
Tutti si azzannano,
si odiano a morte,
si amano e si dimenticano.

Io rimango sullo scalino
a guardare giù ed in alto
non sapendo se sto volando o cadendo.

Se mi hai sentito
dentro le nebbie
che avvolgono i miei cieli che stringo forte...
mi potrai salvare.