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Senza più spemi, languido d'orrore
il ciglio che piange volge ai fratelli,
non vòl più vivere, veder mantelli
che di tenebra gli copron la virtù.
Tace! Di cenere fumante ammasso
senza più tombe, senza più fosse
le viscide larve consuma e l'osse,
e pur contrito vapori esala al Sol.
Uno scheletro! Qual danza macabra!
L'acciar il teschio furente trafisse,
l'ingiuria colpì il misero e gli disse
«Or trema! L'estrema sorte ti chiamò!».
Urla dal baratro un grido spettrale.
Un rege oscuro traccia col compasso
sull'orbe le rozze forme del lasso...
segna sui defunti l'orme d'un imper.
Assetato di danaro, di scettri
guerra orribile prepara il massone,
maledice l'Amore e la passione,
uccide l'ale sante alla Libertà.
Odio me istesso! Odio la mia stirpe!
Odio il Cielo, le Sfere, i lor Misteri!
Odio; e rido sugli elementi alteri
che possente scateno senza timor.
Sono il Pensiero che ucciderà il Nume,
sono la tempesta che i mar commòve...
son io il Titano che disfida Giove,
la terra tremante che semina duol.
Una tepida vampa dal vulcano
s'alza, balza dagl'Inferi, dal centro
dell'annientamento che porto dentro
nel mio core or per secoli or per dì.
Il ciglio arde in sé la sua indignazione!
Pugne tra Angioli! Discordia violenta
che uccide... che deruba... che spaventa
per granuli d'oro che schiudon la fin.
No! Non è questa la Croce di Cristo!
Orrore! Mutata in nulla... difforme
di quest'orbe infame conduce l'orme,
al suo rostro ci incatena l'avvenir.
Qual Nume prega Roma e l'Occidente?
Ahi! Per massacrare mori e cosacchi
va bene anche quel demon coi mustacchi...
va ben il fantasima egro d'ogni Re.
Ma l'Amore... l'Amor, sublime Divo?
L'Amor che soffre e soffrendo perdona,
l'Amor che il miser giammai abbandona
avrà ancor un trono per noi lassù, in Ciel?...
Là, tra i bei ruscelli e i campi dorati,
si desta, si pasce e cresce una spiga
che nessun acciaro, nessuna riga
piegare, calpestar giammai al suol potrà.
È il pane della Speme, il vago grano
che nutre ancora l'affamata gola
di quell'alma sperduta, mesta e sola
che chiede al mondo un soave raggio d'Amor. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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