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Noir di Michele Tropiano(7 poesie)
Le poesie che non piacciono a tutti |
| Ho pensato a tutti quelli
che non sono più tra di noi
che ridiamo e piangiamo
e ho visto tombe aprirsi
come portoni di chiese
che dispensano messe
ogni santa domenica
con le folle supplicanti
ansimanti angosciate
dalla loro ultima ora,
ho visto tombe dischiudersi
come fiori a primavera
e sono usciti da lì cadaveri
più vivi che morti;
ho scritto lettere per ognuno di loro
piene di domande a cui
non ho avuto ancora risposta
se non con un cenno d'intesa,
ma non ho più paura perché
ho ascoltato i loro canti
come un coro di mummie
in uno studio polveroso
ma ripulito da ogni dolore
acerbo come quel punto
che di vita ha nome, (1)
ma non ho più paura perché
il nostro è destino scritto
nelle stelle lucenti lontane
dalle nostre passioni
infinite come l'universo
che severo ci circonda
come in battaglia un nemico
che non puoi vincere mai.
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(1) C'è un'operetta morale di Giacomo Leopardi, "Dialogo di Federico Ruysch e le sue mummie" in cui nello studio polveroso si leva un coro di mummie che, risvegliate magicamente dal loro sonno eterno, ad un certo punto della lirica iniziale declamano "[...] Che fummo? / Che fu quel punto acerbo / Che di vita ebbe nome? / Cosa arcana e stupenda / Oggi è la vita al pensier nostro [...]" |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«[...] Che fummo?
Che fu quel punto acerbo
Che di vita ebbe nome?
Cosa arcana e stupenda
Oggi è la vita al pensier nostro [...]
(dialogo di Federico Ruysch e le sue mummie, Operette Morali, G. Leopardi)» |
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