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Tu che solenne mi miri dal Cielo,
infra gli stuoli pii de' Cherubini
i quali alati e coperti d'un velo
cantano a Iddio carmi ligi e divini,
Santa Giovanna, madre di Speranza,
or stendi pietosa la destra mano
a me che nel core di tua membranza
ti supplica... ti prega da lontano,
affinché tu possa avverare tosto
gli innocenti e legittimi desiri
che più graziosi e del miele e del mosto
dominano i miei repressi respiri.
Tu che pugnando giovine e fatata
le lene risollevasti de' Franchi...
Tu vergine che stridendo estasiata
gli oppressi destasti coi gigli bianchi,
fa' che né pressi sì tremanti e incerti
di ciò che per me è desiata corona,
io possa ottenere ciò che pur merto
sotto il ciglio d'un Nume che perdona;
e fa' che svanisca in me e l'incertezza
e'l vindice rimpianto di ciò che fu,
poiché Tu'l puoi, tanto tieni dolcezza
in quel loco che tra i nembi sta Lassù.
Santa che trascendendo mi proteggi
dagli spettri e della terra e del core...
Guerriera divina che pur mi veggi
pella Gloria pugnare e pell'Amore,
fa' che pio rege poscia la rivolta
al corso moderno del truce mondo,
io possa per sempre fare sì sciolta
l'ombra crudele del passato immondo;
e fa' che col serto ligio e trionfale
del mio impegno... de' miei studi sapienti
io possa alfin cogliere il dolce strale
che gli uomini fia impavidi e possenti. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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