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Voi ch'all'umana vita e alla sua essenza,
vagando tra riflessioni e tragende,
avete elogiato la pia possenza
del poetico ideale, delle leggende,
e per primo dello Spirito infinito
che tra sentimento e ragione regge
gli arcani naturali in ogni sito,
e che in se istesso l'Umanità vegge,
voi che tante epistole sapienti
avete donato all'uman destino
mostrando nobil sentieri lucenti
in grazie del bello più sopraffino,
udite ancora in un'orbe migliore
la solenne prece che vi fia beato,
e pur vessillo di Poesie e d'Amore
che s'eleva sur d'un mondo sprezzato.
Udite! E piangete col nostro pianto
sulle sciagure d'un lungo tramonto...
d'un negro crepuscolo che fia affranto
il bel senso d'ogni vostro racconto;
e mesto supplicate all'Assoluto
un detto clemente di compassione
per Lui istesso che alienato e perduto
sta muto nella nostra perdizione...
nel sì tristo istante d'una Libertà
ch'ha nell'Artista il momento supremo...
il momento che già io, per vostra amistà,
crudele non ischernisco né temo.
Quanta simiglianza profonda e netta
veggo allora sorgere nel pensiero
tra la vostra Ellade sapiente e retta
e il Romanticismo maestoso e fiero,
ché sempre si mira infranto l'Eterno
d'un Essere frantumato in scissioni...
d'un Nume che perdesi nell'Inferno
di vani concetti, di rie passioni,
e che alfin ritrova la sua giusta via
in un impetuoso giuoco di posse
lasciando al recordo l'istoria sì ria
che vide e dubbi, e stragi, e guerre e fosse!
Nobile uomo! Quanto vorrei emularvi
e con voi elevarmi a pio intellettuale!...
Quanto vorrei così glorificarvi
continuando la vostra opra immortale! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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