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«Si può credere, non credere, dubitare; - ma non ignorare.» |
Inserita il 11/01/2011 |
Da tempo ormai costumo, la domenica mattina,
andar per strada, un po’ sortire
e con principal destino i paraggi delle chiese.
Ma d’entrar non si propone, poi che fede è persa appieno,
però in testa torna viva quella vecchia tradizione,
e del dio presunto insieme, grande immmensa intera gloria.
Mi sovvien raccoglimento che nel cuore ancora avverto,
di quando ero in parrocchia ragazzetto:
Pena e gioia in alternanza io provavo al sommo in seno,
era intenso il sentimento, che di pace m’invadeva.
Ora invidio le famiglie lì felici in chiesa a festa,
pur se interno a molti, è noto, sia padron l’ipocrisia;
ma sincero pur di certo, colmo il cuor di fede han tanti
cui l’amor per l’Universo di sicur non sia finzione.
Io vorrei... ma l’opinione non mi cambia la ragione.
Pur mi tengo ancor non reo, amo tutti i miei fratelli
e i malvagi... pure quelli!
Vorrei credere, lo giuro! Ma su questo non maturo:
mi dan noia a non finire litanie, liturgie
trovo fuor da ogni logica delle fedi teologie.
Basta! Ormai più non ci provo! In me gran stanchezza provo ...
No, non sono in cuor contento ... lasciam stare!
Or che fin per me s’appressa son convinto nulla resti,
come dice pur tanta gente: "Dopo la morte non c’è più niente!" |
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