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Questa è una poesia erotica: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerla.
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Affiggendo con grazia l'igneo guardo
all'etesio e ustorio tuo ciglio azzurro
che ricangia dolcemente maliardo
alle dolcezze di miele e di burro
a te offerte dal puro, eterno Amore
ch'ognor iscoppia sì impetuoso tra noi,
oh bionda Musa reina del mio core,
or gaudio vò accarezzando i seni tuoi
ungendoli del mio tatto palpante
e dell'affannoso passional spiro,
nella pia speme di mirarti ansante
nel piacer de' tuoi sensi che già ammiro.
Soffice e puro da te un bacio schiocca
sìccome gran dardo del venereo arco.
Labbra stridenti, voluttuosa bocca,
aër di rose e fiori ch'apron varco!
Frattanto l'alta luce del tuo spirto
si schiude dianzi al singolare amplesso
che all'ombra mistica del dolce mirto
si pasce d'Iddio, giammai di reo sesso.
Allora quelle carni profanate
che invitanti godon tra biondo pelo,
non son più le gaudie mete desiate
da un core perfetto ch'anela'l Cielo.
Possano schiudersi e morbide e brave
tra le calde movenze del bel ventre
le tue femminilità non più schiave
che giubilano festose a ogni mentre!...
Possano con esse goder le lene
d'un santo corpo ora indifeso e ignudo,
e poi le palpitanti e sacre vene
d'un core cui il diletto già dischiudo!...
Possano le mie leggere carezze
sfiorar le care spighe maturate
di quel colle venereo di dolcezze
che le posse invitano e fan stancate!...
Sarà soltanto lo spirto esultante
sul pio campo della pugna carnale,
onde la femminilità costante
della tua pura sembianza immortale
a me favella l'impulso imperante
d'una santa, eterna e pura morale!
Oh Musa... Oh Donna! Non si coglie un fiore
dalla tua innata e sacra perfezione,
ma un cenno d'Iddio, un pio volto d'Amore
che vince il peccato della passione. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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