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Responsabilità sociale
Fuori
Riflessioni
Ci sono cose
che non possono cambiare
eppure non ci credo
fino in fondo
sennò che senso avrebbe continuare
a gattonare
per le vie del mondo
rumorose
discariche di rose
boccioli sradicati per dispetto
laide congreghe
di scarafaggi in doppiopetto
e streghe,
nani padroni
della terra di nessuno
servi ladroni
schiacciati dai giganti uno ad uno,
ominidi
mummificati dalla preistoria
fuggiti dai musei di cere
dove gli orrori
anziché dormire dentro le bacheche
sottovuoto
strisciavano ghignando
chiusi fuori.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«La belva è...fuori... vestita da agnello, si avvicina alla purezza e all'innocenza rubando il fiore più bello per gettarlo nella spazzatura. A tutte le vittime della perversione umana, della follia celata all'interno della normalità apparente, dello stesso rifugio primario che dovrebbe essere la famiglia.»
Commenti di altri autori:
«Amara riflessione in versi dai toni forti ma scorrevoli e, come sempre, di gradevolissima lettura.»
«Intensa e riflessiva, la belva è fuori, ma credo che a volte sia anche dentro. Versi stilati sempre con armonia che si leggono scorrevolmente. Bellissima!»
«Mi chiedo perchè, se tutti noi lo sappiamo che esistono questi "esseri", perché ricaschiamo sempre nelle loro grinfie? Nel mio caso sarà perchè, nonostante tutto, credo ancora "nell'uomo"...qualcuno ci dovrà essere, diverso da quelle belve... ci deve essere... c'è?»
«Seguire un telegiornale o leggere un giornale è diventato veramente molto pesante: brutture e prevaricazioni di tutti i tipi, da sentirsi veramente male. Mi è molto piaciuta questa tua poesia, come tutte le altre.»
«A volte la perversione umana non ha limiti e né giustificazioni quando sono le persone più semplici ed innocenti ad esserne vittime. Una profonda riflessione dettata da grande sensibilità d'animo»
«Se non si riesce a stare in equilibrio, gattoniamo nelle strade del mondo e della vita... Un mondo pieno di persone che indossano le maschere per celare la vera immagine di se stessi, si avvicinano a anime innocenti che non sanno riconoscere il male... Dei versi veri, una lirica di spessore... Grande poetessa applausoni!»
«il "fuori" ed il "dentro" dell'animo umano con le sue meraviglie ...i suoi orrori! E' una visione realistica... che apprezzo molto. E c'è anche una speranza (magari "dentro") ...che apprezzo moltissimo. Totale sintonia per questo nuovo pregevole componimento.»
«non dovrebbe esserci perdono per simili belve. ma ormai da buoni democratici, abbiamo dimenticato che un ramo malato va reciso a beneficio della pianta, non per odio verso il ramo. la socetà è una pianta! una poe più di ribellione anche se da adito a riflessioni. molto apprezzata.»
«Armoniosità nella descrizione di un malessere interiore, abilmente celato, sconcertante in atti gravi e lesivi per il prossimo... Immensa eleganza e raffinatezza in una lirica dai toni particolari e molto originali, apprezzatissima»
«Una poesia colma di ribellione che non si vuole arrendere all'evidenza che abbiamo tutti i giorni sotto agli occhi – e fa bene l'autrice, "mai gettare la spugna" mai mollare.»
«Con questi tuoi versi hai toccato un tasto molto delicato riflettendo sul male che si nasconde sotto forma di agnello per avvicinare l'innocenza e la purezza. E' una bestia che si maschera nella normalità e semina orrore dove non te l'aspetti. Componimento molto sentito e toccante che ho molto apprezzato.»
«una riflessione molto amara questa che l'autrice ci propone nella versione più brutale che un essere umano possa commettere, ascoltando i tg o leggendo i giornali ogni giorno incappiamo in questi articoli di cronaca nera che fanno accapponare la pelle, questa è una piaga della nostra società dove dietro una facciata pulita linda si nasconde un animale feroce l'orrore e la malvagità, apprezzata»
«Hai toccato un tasto delicatissimo quanto doloroso e non posso fare a meno di rabbrividire, pensando ai casi di cui sono a conoscenza, per motivi professionali, e pensando ad alcune persone che ho conosciuto, le quali si sono rivelate dei predatori senza scrupoli. Non dovremmo mai abbassare la guardia, soprattutto per difendere le persone più fragili e i bambini, che sono assolutamente indifesi.»
«A volte dietro l'apparente normalità si nasconde la bestia più feroce mimetizzata d'agnello per colpire con maggiore facilità le vittime designate dalla follia... Riflessione amara e vera su un aspetto di quotidiana trattazione. Profonda e bellissima, molto condivisa.»
«i peggiori carnefici sono vestiti da agnelli, purtroppo. ed è difficile riconoscerli. prevenire, in questa situazione, è quasi impossibile. bella riflessione in versi.»
«Lirica di raffinata crudezza, su una tematica dove si potrebbe scrivere una enciclopedia... le peggiori razze sono quelle che vedono e voltano le spalle... ilbello è rimangono convinti di essere migliori dei "mostri".
Mi piace tutto di questa tua poesia dalla stesura al contenuto trattato»
«Una poesia incisiva che fa riflettere molto sulla crudezza della vita. L'attenzione va a quelle persone che credendosi agnelli sono i carnefici in primis di se stessi e poi degli altri. Ottima stesura, condivido il tuo pensiero. Molto bella, applauso Anna»
Cristalli nel vento Autrici del sito Scrivere Una raccolta di poesie è talvolta cosa stucchevole se non sorretta da un’idea che dia coerenza a un “canovaccio”, una sorta di filo di Arianna che conduca il lettore alla scoperta di un significato d’assieme. In verità un’idea in questa pubblicazione c’è ed è “forte”: sedici poetesse, dotate di spiccato lirismo e felicemente ispirate, cantano la vita attraverso le sfaccettature di uno smeriglio di cristallo. Cristalli nel vento, è l’opportuno titolo dell’opera, e son davvero puri petali di cristallo queste liriche, petali da strappare uno per uno.