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Resti di una Crisi di Pietro Roversi(19 poesie)
Poesie espunte da "Una crisi creativa", Puntoacapo Editore (2010) |
Gli assassini al tuo soldo
mi pedinano da un po':
uno con una mazza da golf,
uno con un grembiule da colf,
e gli altri vestiti di scuro,
armati di attrezzi innominabili,
che finora ho solo intravisto,
e tutti col silenziatore in canna.
Le prime settimane di questa fuga
le comprime la memoria della mia condanna
in una serie sola, interminabile.
Dormo ogni notte nell'androne di un negozio
diverso, in una scatola di cartone.
Mi porto dietro tutti i miei beni
in un sacchetto di plastica biodegradabile,
come un barbone del ventunesimo secolo,
poco tecnologico per mancanza di fondi,
o incompatibilità di carattere,
o per forza di cose, ma ecologico.
Resisto a stento alla tentazione di darmela a gambe.
E in uno sforzo deplorevole,
insisto a seminare sillabe
luminose, sia pure di una luce fievole,
sulla scia di Pollicino colle briciole
o le pietruzze bianche, per ritrovare
un domani la via del ritorno, dato che sto
prendendo delle strade strambe, nel tentativo
di confondere, di far perdere
le mie tracce, uscirne vivo.
Vedremo chi la vince. Quel che più mi deprime
è che, nella foga di scrivere per sopravvivere,
intanto non cavo un ragno dal buco del culo, mi fa
una verruca sulle dita la matita!
Sono schiavo della vita da eremita che conduco!
E tu come m'immagini, in contumacia
o sotto assedio? Comunque sia,
questo biglietto di domanda
di venia, di riscatto con le rime,
te lo si manda nella speranza che tu
t'impietosisca, e fermi
(vuoi che la paranoia ti venga a noia,
o che la clemenza ti appaia
un rimedio a questo tedio)
chi per contratto con te
è lì che tenta di sopprimermi. |
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