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La battaglia era da tempo finita.
Sotto il cielo e cupo, e lugubre e nero
tanti militi erano senza vita.
Fu un massacro crudele e veritiero.
I Teutoni gridavano vittoria
lieti d'avere ucciso que'infedeli,
ai quali mai il fato diede la gloria
di sconfigger que' cavalieri crudeli.
Ah, mai gioire per malvagie e aspre gesta,
sotto i vanni d'Iddio che san punire!...
Infatti presto quella cruda festa
un dramma sarebbe giunto a ferire.
Un giovine eroe vagava tra i morti,
e fissandoli névolti dolenti
trovar volea i suoi dispersi consorti
dai prodi animi nobili e frementi.
Con crudeltà, mirando anche i rivali,
uccidea, ahimè, quelli ancora vivi,
che con guaribili e piccioli mali,
deboli e miseri restavano ivi.
Giunse allora né pressi d'un colle,
ove dolente, sola e sanguinante
un'alma istrana mostrarsi a costui volle
rendendogli l'ischiena spasimante.
Avea un dardo conficcato nel fianco,
donde scendeva sangue fulvo e puro
veniente da un core oramai sì stanco,
pronto alla morte, pronto all'oscuro.
La destra mano, debole e docile,
afferrar volea una spada vicina,
tradendo un eroismo audace e nobile,
e una perduta possanza divina.
Dunque il cavalier quelle membra voltò,
e veloce a quel rivale l'elmo tolse:
ahi, cruda sorte, una dama si mostrò,
e a lui uno sguardo commovente volse.
Ella avea sul viso gocce di pianto,
che da que' suoi pallidi azzurri cigli
scendevano senza pietà, da tanto,
per colpa della piaga e de' perigli.
Insanguinate eran le labbra amene,
che faticando emanavano spiri.
Gelide già eran le guance... le vene,
pronte ai celesti e immortali giri.
Anche i biondi capelli non brillavan,
ma erano spenti e dipinti di morte;
mentre le pupille frali giravan,
impaurite dalla loro aspra sorte.
Venne l'istante: tremando ella spirò,
le palpebre serrando con dolcezza;
e morta il volto sulla destra inclinò,
invasa dalla fatale freddezza.
Una collana apparve al collo allora:
il cavalier, mirandola, la prese.
Ahi, quale terrificante e cruda ora:
quel giovine una sacra Croce sorprese.
Una Pomeraniana fu cristiana?
Una Cristiana fu uccisa su quel suolo?
Fu uccisa ella da gente tanto insana?
Chi la colpì?... Quel cavaliere? Oh duolo!
Tra gente pagana ella era fedele?
Soltanto ella? Quale oscuro tormento!
Morta... morta, e bella e dolce qual miele,
non temette nessun fatal spavento
per difender la patria... la sua terra
invasa dalla stirpe di Germania,
che recò stragi, furti, incendi e guerra
di possanza per un'avida e aspra smania.
Chi era? Una regina? Una principessa?
Una Valchiria discesa dal Cielo?...
Comoda allor dal giovine fu messa,
e coperta dal manto qual un velo.
Mirando un suo servo, il cavalier disse-
Questa dama che morta, ahimè, vedi,
da Cristiana e da guerriera pria visse.
A noi, pel rogo d'onore, riedi-.
Detto ciò, il core col pugnale si colpì,
e abbracciando quella cara donzella,
passato poco tempo, tristo morì.
Ah, la Fede un tempo fu sì rubella:
sì, una malintesa religione
ancor puote spegnere ogni passione,
tra uomini ch'altro non vogliono bramare.
Vien così difficile sapere amare? |
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