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Poesia sul tema Spogli viali
Sono scomparsi tutti gli ambulanti della strada del lastrico.
Il mercato è deserto, il vento è vuoto.
Rami senza foglie lo frangono fermi,
la nuvolaglia in fuga non s'avventura allo scoperto, e il sole
basso sta levato al bilico dell'orizzonte.
Come muta lo spazio, com'è muto
l'inverno. In questo inverno muto, per davvero
chi fa un passo è perduto.
Dirimpetto al suo angolo, di fronte alla scale,
il mendicante meccanico fissava ubriaco
l'asta di ferro al centro della lastra
nella ciotola d'acqua per i passeri.
Cadeva di continuo nell'agguato
dei cuori capovolti dei passanti
e parlava ai gradini: "I libri mentono.
Dicono di raggi in linea retta, obliqui
o a perpendicolo, e di astri già spenti che ancora
rilucono in cielo la notte. Qui la notte
i lampioni proiettano un'ombra che insegue e sorpassa
e a lungo andare sale dal selciato la morsa del gelo.
L'equatore non emigra. A me
mi cammina il destino.''
Il suolo s'inclina,
la piazza ruota come un arcolaio.
Più in là, verso il porfido e i paletti
ritorna il silenzio prudente di prima,
il colloquio dell'acquirente col pupazzo
("E` bella sai la trama della maglia
che vendi. Di dove vieni,
fratello? ''), la fiaba
della fanciulla scalza che si punse alla mano col fuso,
la maledizione, le male parole, la zingara
e gli orecchini smarriti! Ma
il sonno è un luogo, la sofferenza un esilio, il discorso
un filo di lana che dura uniforme e non si sa
dove interromperlo. Un altro libro
suggeriva: "Misura
due volte, taglia una soltanto."
Neppure questo è più possibile mi sembra.
L'infanzia è il solo regno che non muta.
Ogni giorno è speciale eppure alcuni di più.
Oggi sediamo accanto alla porta della sala,
un po' in corrente per via dell'andirivieni. Qualcuno
travestito da Babbo Natale
distribuisce monete fasulle e calendari ai bambini.
I genitori in imbarazzo azzardano un sorriso,
altri vorrebbero dire la festa
è una burla, i doni un inganno, la vigilia
una condanna.
Domani pane doppio. |
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