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Resti di una Crisi di Pietro Roversi(19 poesie)
Poesie espunte da "Una crisi creativa", Puntoacapo Editore (2010) |
Io questo modulo morale
da dattilografi sotto dettatura
da cittadini sotto dittatura
non lo riempio, lo straccio - ne faccio
coriandoli di segatura,
e non me ne vergogno,
e non ne sono fiero:
con distacco come in sogno
scoppio la pustola col siero.
Lo faccio per amor del vero!
Le prescrizioni religiose
del gregge del buon pastore,
da libro delle ore,
le trovo un po' pietose,
delle soluzioni da pelandroni,
delle fesserie per padroni.
La mia firma invece la metto
su un foglio schietto che ho scelto
con poche verità ma buone:
il gusto del rischio,
il sospetto del giusto,
il rispetto del diverso,
e il coraggio di pensare di traverso.
Del resto me ne infischio.
E così, mi riservo
il diritto di legittima difesa,
il dovere del dubbio,
il privilegio della resa,
il coacervo delle sicurezze
temporanee, in affitto,
e il sacrilegio di chi sta zitto
quando la risposta è imposta.
E dico ``Cribbio! Fate lo stesso anche voi no!
O cosa siete - dei burocrati del cuore?
Degli impiegati del cervello?''
Il contrario sono inezie,
risibili immondizie,
con conseguenze nefaste per i più:
esattamente l'opposto delle norme chiamate
un esempio di valore,
una specchiata onestà, una chiara fama,
o un punto di riferimento.
Quel che ci vuole qui è un ammutinamento!
Un dito alzato o un pugno chiuso al rincretinimento
organizzato, al gruppo, ai suoi superficiali
autori. Quel che ci vuole è il raggio
di sole che arriva da fuori, mica
il miraggio o il fuoco fatuo di quelli che da sempre
uguali ai genitori,
per bisogno di approvazione o mancanza di iniziativa,
invecchiano, ma la loro
vita seppur viva
non è mai stata loro per davvero.
E se in definitiva
il modulo morale per intero
diventa carta straccia, alla paura di perdersi
nella selva naturale
che come è già stato scritto
"è un tempio in cui viventi
pilastri a volte confuse parole mettono fuori'',
(e io aggiungo, vi si aggira
la belva trina dell'incipit della Divina
Commedia) per tutta risposta si faccia
una boccaccia! Non si confondano
il vero con il bello, la logica
con la tentazione, la chiarezza
con la debolezza. Non ci si arrenda
a un facile bisogno di conforto:
noi ci facciamo carico del corruccio del cruccio,
non ricorriamo al ciuccio quando qualcosa va storto,
non denunciamo ciò che è morto come una sconfitta,
non svendiamo la mente come una casa sfitta,
all'asfissia della chiesa
o al profitto dell'impresa.
Prendiamo piuttosto la vita come viene
e la gente com'è anche se non ci conviene:
assumiamoci responsabilità e conseguenze dipendenti,
e se proprio dobbiamo
riserviamo l'intolleranza per certi alimenti.
Purtroppo, un buon senso del reale
è la sola morale che vale.
E per evitare attacchi o tradimenti
da parte di chi predica altrimenti,
gli facciamo spallucce, giriamo i tacchi,
sortendo sulla soglia scuotiamo le suole:
gli facciamo pur credere quello che vuole,
e gli offriamo soavi e indefessi
delle pacche sulle spalle
da ignavi, da schiavi, annuiamo
a un'opinione da dementi, insomma gli diamo
la ragione dei fessi! |
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