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Sotto il Ciglio furente e turbinoso
dell'Onnipossente e Giusto Signore,
Salomè mòvea il ballo lussurioso
immemore di virtù e di pudore.
Erode mirava. Sathana ridea.
Sònavan le sette folli carole
ch'ai ciechi musici l'Inferno infondea.
La folla stava senza dir parole.
La cruda plebaglia stupita tacea.
Ballava la fanciulla capricciosa
che tanto adirar facea gli alti Cieli;
e con mossa provocante e vezzosa
andava togliendosi i sette veli.
Al sovrano, al popolo, ai guerrieri, a Iddio
ignudo mostrava il giovine seno;
e al Dimonio... a quel Rege sì crudo e rio,
impura vendevasi in un baleno.
Ahi!... Meretrice indegna e sconsacrata...
prostituta vezzosa e terribile,
che tu sia sempre perduta e dannata
nelle rie fiamme d'un loco orribile!...
Osavi dunque porgere il rio pube
ai diletti tremendi d'un Demòne
che malvagio t'empì l'infami tube
d'un seme di terribile passione.
Ed osasti ischernir il volto mozzo
d'un celestiale e divino profeta
che, pria di cader nel peccato rozzo,
morir desiò in una Speme ch'allieta.
Dannata Salomè! Ostia di Mefisto,
sorella d'Eva, rivale di Maria,
trema dinnanzi al Furore di Cristo
ch'anco ti scaglierà tra la gente ria,
giacché fu iscritto dall'Onnipossente
che la Maddalena pia e penitente
conoscerà la verace Passione,
e la peccatrice la Perdizione.
Oh Umanità, tu se' la ria Salomè!...
Trema!... Dai Cieli sta tornando il tuo Re! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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