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Nel delizioso e felice giardino
d'una maravigliosa e gaudia villa
una rosa dallo stame divino
fulva e dolce dinnanzi a me favilla.
Nel tenebroso e soffice mantello
d'un notturno e placido ciel silente
una pia stella dal corpo sì bello
splende avvolgendomi d'un lume ardente.
Nel focoso e desolato deserto
d'un saracino e lontano emirato
una fonte dal ricco core aperto
mi calma, e d'acque mi fa ristorato.
Nella gelida e insopportabil stretta
d'una terra vessata dalla neve
una face dalla fiamma diletta
mi riscalda collo spiro sì lieve.
Nell'impeto della cruda tempesta
d'un folle mare colmo di disagio
un'isola amena e parata a festa
mi vuole salvare poscia il naufragio.
Parmi allora che l'ombra solinga
della mia vita disperata e cruda
della luce della speme si tinga,
e non rimanga più affamata e ignuda.
Sembrami allora che il vuoto riflesso
del muto e cieco spazio ch'ho d'intorno
stia precipitando nel buio decesso
per lasciare il passo a novello giorno.
Parmi allora che la dolce santità
di tale miracolo sopraggiunto
voglia pugnare contra la vanità
di quel passato che credo defunto.
Parmi allora che la balda ilarità
di questo momento, di questo punto,
provenga da te, oh femminina beltà,
oh angioletto femmineo in ciel assunto.
Sì, proviene da te, bel cherubino...
proviene da te, dolce serafino!...
Oh Magdalena, pia madamigella,
sei così la mia rosa, la mia stella!
Oh dama, speme d'Amor e di pace,
sei così la mia fonte, la mia face!
Oh Magdalena, cara Magdalena,
gentile angioletta in terra riflessa,
sei l'isola che già mi rasserena...
sei la salvezza che mi fu promessa.
Ahimè!... Sembrami già un sogno notturno
che, con impeto portente e fatale,
sotto la tranquillità del ciel diurno,
bussa alla mia mente sì irrazionale.
Ahimè!... Sembrami che tutto altro non sia
che l'immago d'un misero vagheggio
che, pronto e fatato a volarsene via,
ancora mi prepara al pianto... al peggio.
Magdalena, tu non sai e forse mai saprai
di quanto e quale Amore un dì s'accese
questo mio core dai tristi e frali rai
che per vent'anni lagrimò e s'offese.
Magdalena, dai dì in cui ti mirai
l'alma mia che, mai codarda s'arrese,
a volte col sorriso, a volte coi lai,
innumerevoli minuti spese
per dirti senza tremor né singulto
quel verbo che mai dee restare occulto...
per dirti ch'ognor t'amo e che t'adoro...
per dirti che sei il mio baldo tesoro.
Ahi lasso!... Perché mentre penso questo
il mio ciglio subito si commuove,
e s'abbandona ad un pianto funesto
che tante volte si scatenò altrove?...
Ahimè!... Perché mentre parlo e canto di te
il mio spirto si sente già mancare,
e celere sprofonda, povero me,
in quella tristezza che non so amare?...
Ahi lasso!... Perché mentre ti desiro
immancabilmente questi occhi miei
s'avvolgono in quel misero respiro
che forse, per un fato aspro, mai perdei?...
Oh Cielo! Oh Iddio!... Crudel ci separa
una lontananza insopportabile
che infinita, melanconica e amara
ci si oppone con forza impugnabile.
Oh Nume!... Terribile ci allontana
la diversa natia e focosa terra
che, per qualche volontà sovrumana,
al nostro Amore scatena la guerra.
Oh Nume!... Terribile m'incatena
il portentoso e severo sospetto
che tu sia già amata da un'alma amena
che d'abbracci ti cinge e di diletto.
Oh Nume!... Terribile m'imprigiona
il pudico e delicato timore
che un'arcana lena oscura e fellona
renda carnale quest'etereo Amore,
che già l'Impossibile sfida e pugna,
affilando la spada e l'aguzza ugna.
Magdalena, mia donzella, mai t'avrò
in questo mondo che giunge alla morte
per colpa di chi l'Amor dimenticò
nel nome d'una baldanzosa sorte.
Magdalena, mia fanciulla, mai t'avrò
in questo mondo ch'è ognor più rubello
da quando l'umanità folle impazzò
per conquire il magico e cupo anello.
Eppure una picciola speme resta
in questa trama crudele e funesta.
La vuoi udire, cara?... Eccola: è questa.
Che possa da queste padane sponde
salir col canto il tristo spasimo mio,
che della Vistola sulle bell'onde
lieve si poserà, se lo vorrà Iddio. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Questa ballata romantica è dedicata ad una mia amica polacca e alla memoria del celeberrimo compositore e pianista Frydryck Franzizken Chopin.» |
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