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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’114Autori attivi: 7’474
Gli ultimi 5 iscritti: Alessandro di Biasio - Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini |
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Ancora tu, perenne mio pensiero,
impregni l’alba, il giorno e pur la sera
ma poi la notte avvolgi di mistero
allor che si proietta la tua nera
ombra sulla parete e prigioniero
ancor mi sento quando la bufera
sradica quel ricordo mai sopito
d’un
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Parlano gli uccelli nel prato,
masticano una musica
che io non conosco,
vivono la realtà di essere vivi,
non infrangono leggi,
volando se ne vanno
in un campo di grano
ed io sento la loro festa.
Io non godo come loro
una così bella
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Tra la luce lunare
mosso da un istinto
che spesso mi assale
nell’angiporto di Genova
mi son ritrovato
e, ho guardato
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Non è facile per noi poeti
trovare il senso a questa vita
al vuoto che ci sbrana l’anima
e ci lascia inermi alla deriva.
Eppure ci dimeniamo
a cercare nell’angolo la luce
nel foglio l’incastro delle parole
nell’immenso l’amore sconosciuto.
Non è
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Respiro l’essenza del tuo dire
nella percezione d’un nugolo gioioso.
Alluno su invisibili linee del passato
quando il
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Non si è in vita per segregarci dietro mura invalicabili
e chiudere il cuore agli altri
nonostante la mente, sia in continuo cambiamento.
Non si è in vita solo per ammirare il cielo,
casomai non riuscire a comprendere il moto delle nuvole
e non
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Quando un uomo s’innamora
di una donna senza cuore
la sua vita s’incammina
lungo il viale del dolore!
L’altra sera a
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Con il sole si risveglia l’anima
questo mare verde muove
nuvole d ‘emozioni .
Rinnova amore
cade nelle braccia e si perde
fra carezze dense .
Il silenzio qui...
non è silenzio
ha braccia lunghe allenate
di sere appese a un ramo di vita
che muta
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Son finite le battaglie
di colori e di bandiere,
si va avanti a suon di squilli
dall’alto mare alle frontiere.
E chi si alza al mattino
decide con chi s’ha da incontrare
e a secondo il vento che tira
alza il tiro e fa sbarcare...
E ogni Stato
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Noi infiniti giorni di nostalgia
ombre senza forma slegate dalla terra
camminiamo sui cornicioni del cielo
fino a ritrovarci nel silenzio di una pace
lontani dal mondo
immersi nei paesaggi del cuore
e bere dal calice della vita
la luce
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Pregami
di non girarmi dall’altra parte
quando sarai nuda
e la notte chiuderà la gabbia
Se sentirò il tuo dolore
crescere come un vento
che sfiora la terra
non fingerò una falsa pietà
E ti colpirò con i miei sguardi
profondi come il buio
che
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- Oddio, povero me, pòri ginocchi!
- ‘O dici a me?... Come fo’ ‘na mossa,
me sento dòle tutte quante l’ossa
e ‘n vanno tanto bene pure l’occhi.
Tu de do’ sei? Io de Campagnano.
- Io ‘nvece ho pescato pe’ ‘na vita;
mai ‘na vacanza, ‘n cinema o ‘na
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Come un sentiero d’autunno
dai ciottoli ocra
mi indoro di foglie
ritagliate dal sole tardivo.
Negli spazi di bruma
cedo il passo agli scricchiolii
di nervature e stomi
che presto il vento
avvilupperà tenace.
Negli echi di piogge
tarderà
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Le luci del Luna Park
cadono in una lacrima amara
e i fumi della nebbia
a veli densi come mille puntini ...
Visioni in una strada di falsità
si consumano come una sigaretta spezzata
ma ancora la cenere a brillare.
Urla il silenzio
di un paese
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Margheritine
nel prato dove
non volano farfalle,
sotto i lampioni
svolazzano zanzare
col suono
di un violino
scorre il fiume,
accanto le case
prive di mura,
la strada
illuminata da un fuoco
c’è chi tende la mano
per il pane,
nel
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Al bar da Mario ci troviamo i cari
amici a ravvivare la mai spenta
ilarità; l’Emilio ci rammenta
mostrando di saper più di comari.
Remo mi arronza per gli errori vari
a tressette, tuonando mi tormenta:
"Mah! Mizzica compare!" - si lamenta
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È polverizzazione d’ossa
di pelle e voce
nell’inganno di false promesse.
È desolante
l’assimetria dei baci
che non trovano il giusto incastro
se non nell’aria priva di labbra.
Si scrive troppo d’amore
fingendo un sorriso senza dolore
ci si
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E se ti perdo raggiungimi
a piedi o a cavallo e pòrtati
sul treno che attraversa la notte
vedi, io sono quella luce gialla
accesa tra gli alberi
della
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Lo vedi che non suona, non c’è ardore
in queste tue poesie, non sei sincero,
la metrica, le rime, quale orrore!
Nessuno più le usa, per davvero!
Insomma, non capisci che è migliore
l’accapo, il verso libero, il nitore
dei sentimenti espressi
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Poeti
dai versi rovinati
straniti, incupiti
pensanti, sognanti
poeti ignoranti
poeti
appesi ai cipresseti
poeti fissati
fumati, falliti
comprati
poeti
svaniti, rincoglioniti
illusi, confusi
dannati
poeti,
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Volano
sassi di pensieri
che trovano solo l’asfalto.
Sento l’urlo della natura implorare
come dal moderno ferita,
tra il gracidare nei pressi d’un ruscello
al ramo che spacca il cemento.
Non ci sono visionari d’età
oltre i loro
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Cammino nell’alba
che dal mio colle
lentamente scende,
nel cuore mio passeggia
lo spirito Dio.
Vangelo ho scritto
fisso nella mia mente,
cerchi di luce
mi manda la storia
e scelgo un passo lento.
Rifugio ora trovo
nel buio che
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(certe volte sembrava che un punto
ci attraesse oltre le nuvole - o
almeno così era per me)
e dunque anche tu
adesso mi precedi
varcando il mistero
con la valigia di sogni
non mi aspetto un fischio da quel dove che
t’ ha accolto
-per te
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| Mai guardarsi allo specchio
mai girarsi indietro o poeta
mai provare a capire, a riscrivere le ore
mai cercare di fermare il fiume
o di arginare il
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Coi nodi la storia si attarda a indagare
volendo scucire l’orrenda matassa
del vecchio e del nuovo uniti all’altare
gli
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Si scrive Donna, ma si legge Amore,
perché sa amare l’uomo con il cuore,
nel mentre il maschio ammira il suo
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Lasciatela dormire
perché sulle ciglia ha il buio
delle lacrime di ieri
e le lune più scure del cielo
Lasciate che si svegli
quando la notte avrà pregato
un’ultima stella nera
prima dell’aurora
E non chiedetevi il motivo
di tante
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M’inginocchio e bacio la terra
ornata di gradevoli parole
e prigioniero d’immagini sparse
invano cerco una via d’uscita
Perde forza il mio orgoglio
e i colori mutano nel tempo
lasciando intatta la tua bellezza
che ancora incendia le mie
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E v’è chi soggioga il pensiero
ad azioni malsane fasulle grossolane.
Persegue obiettivi futili traduce tutto
in numeri redige graduatorie sterili
baratta pensieri progetti sogni mete.
Fa ipotesi e supposizioni e resoconti
del tempo speso e d’ogni
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Quando cala la sera ascolto il cuore
che debolmente batte nel mio petto
e pur lieve, è assordante, quel rumore
ché nell’oscurità, perso nel letto
un tempo rallegrato dal tuo odore
e dell’amore adorno, ora negletto,
non v’è più che rimpianto e
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Piccoli pensieri diventano adulti
e l’inquietudine
li trasforma in sogni...
Prendendomi da parte
al suo cospetto, con turbamento
la vita mi ha detto...
_ora sei malato_
Col cuore che bruciava nel petto
al cospetto con Dio, non ho parlato
ma
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| Giri di valzer dominano il mondo
sospiri delicati inondano il mare
mentre idee confuse si schierano
verso sere di stelle ...
Verso un mondo diverso
dove ognuno sa ascoltare
dove chi ti guarda accende
una luce d’amore.
La legge del cuore verso
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Bella fiaba d’estate
arrivano tante emozioni
col vascello dei
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| Si legano i capelli,
come alghe marine
al verde scoglio
si raccontano il mare
quando il bucato
è al vento, al sole
nei cortili assolati
giocano i bambini
- castelli di cartone -
troppo vicini, alle stelle
e nei pomeriggi afosi
nei fiori
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Partii e tornai da sola,
nessuno mi portò la valigia
e nessuno si fermò
a sussurrarmi
che tutto è niente.
Al di sopra delle nuvole
vidi le lacrime di
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Pensier lascivo ad involar nel cielo
fluente e verticale vortice ad
obliar in frangente spazio
ed abbandonarsi al senso e
alla fantasia.
Trasparir in lieve soffio
fantasma astrale
in enfasi fra mente e cuore e
di languor morire.
Obliare
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Inutile fissare un punto nel vuoto
né sorrisi né occhiolini faranno la loro comparsa
sembra proprio che tutto sia eclissato
sola in un mondo di draghi cerchi d’emergere
volontà non manca seppur spesso
un indefinibile senso d’impotenza si
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Milioni e milioni di versi
allietano tanti lettori
che dalla mattina alla sera
aspettano nuove emozioni.
Parole sublimi d’amore,
vergate da mano leggiadra
che scrive, con la fantasia,
le gioie dettate dal cuore.
Concetti drammatici
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Finalmente
so sciute ‘e cape
e s’è mise ‘o core a’ poste.
Me songhe ‘nammurate
senza chiù ritegne,
senza scuorne o’
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Spengo tutto
anche la voce
semmai dovessi
avvertirne l’eco
dai miei tornanti
spazzati dal vento.
Spengo i passi
tanto nessun luogo
mi attende,
spengo i sogni
divorati da un’anima muta.
Spengo ogni pulsione
mendace e invana.
Mi spingo
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Avevo in mente
un’estate al mare
e un viaggio di sogno
oltre frontiera
ma un vento mi ha portato
a ritornare
su vecchi passi
in quella infuocata sera.
E tutto ciò è stato
un miracol vivente
tornare indietro
per spegner quel gran fuoco
che
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Sorrideva sempre Lei
Angelo che adesso vorrei
al mondo ma senza povertà
e non ove vissuta nell’iniquità.
Le avevano promesso dal cielo
una vita sotto un cielo sereno
disatteso non per Dio
ma da (dis-) umani nell’oblio.
Simbolo d’una guerra
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| Era pallida di malinconia
quando le ritornò la vista,
aveva un pugno di parole nella mano destra,
nomi e civici in cui si era smarrita
sempre piena, sempre nuova.
Quella sera, nel suo vestito di fragola,
abbracciava l’assenza,
e dal crepuscolo,
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Scrivo nei giorni vuoti di emozioni
nella coscienza della mia vita
scorro la penna in qua in là,
senza una meta
scrivo celere rigurgito quello che non va
quello che ingoio con fatica.
Fra le ciglia socchiuse evanescente una lacrima
tra le dita
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Io e la notte.
Nella mente mi tempestano
infinite le stelle,
non riesco a sognare,
chissà, forse, ad amare, sì,
Ma, sono solo sul prato,
inganno me stesso
e ti cerco là
appena oltre
il cancello chiuso,
e vedo le tue forme
che camminano,
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Automi
di carne
sguinzagliati tra la gente
che
dell’umanità
null’altro conservano
se non biologiche assonanze
lontane
reminiscenze.
Burattini
indemoniati
sghignazzanti alla luna
che
avvinghiati
ai più alti scranni del potere
della
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Stringimi fra le foglie
che quest’autunno deve ancora
morire in un fiato di vento
e rendimi polvere fra le dita
Fingiti ombra nel buio
perché io non ti veda
strisciare leggera e colpire
la pelle che sussulta in amore
Distratto dai colpi di
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Visitando un paese
non scrutare con gli occhi distaccati
esigendo risposte da una logica
di numeri o di comodo.
(si alberga nell’illogico
e il calcolo non regge).
Visitando un paese
non correre, rallenta... se puoi fermati;
le gomene
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Quel buon vecchio filosofo ateniese
faceva certo bene ad affermare
che gente non può avere le pretese
di vasto, intero scibile afferrare.
Diceva, anzi, che più l’uomo sa
e più s’accorge di sapere poco,
perché allora certezza se ne va
ed il
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Tra onde e mar
d’un tortuoso lenzuolo
l’ardor del cuor non nego.
Sfumatur di voci
e il calor della pelle
uniscono le anime
tra l’un l’altro tuo seno
e movenze mie
di rude memoria,
e speciali lettere
nel corpo di piombo
si
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| Passerai
sui passi che ho passato. Troverai le strade, i fiumi;
il suo rovinare tra i sassi. I volti
negli scambi di stagioni.
- Incontrerai poesia, la mia
e non ti fermerai davanti allo stupore
quando appeso il sole al cielo, le nuvole non
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"È la tua voce che mi tranquillizza"
quando la sera chiama
al declinar del giorno;
mi sussurra l’incanto
tra le ombre della notte,
risuona sulla riva
al fluire dell’onda,
rimbalza ad ogni battito del cuore,
come carezza culla ogni
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E arriva il dì della partenza,
dei saluti!
Arriva,
ti prende lo stomaco,
in questi giorni
hai rivisto le vie,
le pietre levigate,
lucide di riflessi solari.
Contornate di ciuffi d’erba
a ricordare il tempo tiranno.
Oggi non ci sono
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Rondinelle sotto la terrazza di casa mia
farfalle dai chiari colori
e, api che si posano sui fiori.
Erba, pietraia,
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Si, le onde
e scambiarle per carezze
una dolcezza d’acqua
più silenziosa di uno sguardo
e restare qui, nell’attesa riva
a scrutare l’orizzonte, il cuore
ogni tanto un po’ di vento
a scuotere la sabbia
ogni tanto un po’ di sole
e poi le onde, e
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| Non chiedetemi di lei, non chiedetemi
del vento che mi lascia nel tormento
e affondo tra le onde, la corrente porta via
ogni corpo posto a riva.
La vita mi offrì frutti e piatti di ogni sorta
degustai pietanze sane, giorno e notte
io mangiai,
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| Un’anima gemella sta aspettando
il mio sincero, sacrosanto amore,
anch’io da vario tempo sto provando
un’ansia lacerante
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| Tu amore, sei un cielo agreste
ricamato di astri,
ronzio zelante dell’attesa
a cui tutti siamo prostri.
Tu amore, sei vangelo della sera
preghiera dei tempi nostri,
buio assente nel cuor che ti anela.
Per te gli occhi fremono salmastri
e ogni ora
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Cara/o Delfina Andolfi,
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