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Gli ultimi 5 iscritti: Maria Grazia Cavini - Alessandro di Biasio - Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto |
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Le 82780 poesie dei soci sostenitori |
Era fiorita la valle tutta,
la campana chiamava,
era l’ora del vespro,
l’attesa per me era finita.
Sette lunghi giorni,
con i vestiti stracci,
solo i volti erano belli, il tuo,
incarnava la primavera
e questa aveva fatto fiorire
il mio giovane
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Se colgo l’attimo
l’attimo in cui non sorrido troppo
non piango
e non sono troppo triste
non sono glaciale o inflessibile
non esulto
e non sprofondo in malinconie impreviste
Se colgo l’attimo
lontano dalle mie malattie
di cuore e di
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| Laggiù sul finire della costa
una casa dorme il sonno senza fine
gli alberi son rossi di dolore
la terra arsa da ferite inferte
ogni cosa ha un’ombra che vive ...
Il mare la guarda con rispetto
lui ha visto e sentito
ha curato le ferite sulla
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Non sapevo d’amarti
fino a quando non ho sentito il tuo silenzio farsi spesso e segarmi il cuore.
Allora ho tremato
di sole, di
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Magari le parole
Sono state infuocate
Magari l’animo era via
Anche la ragione era andata
A farle compagnia
A farsi benedire
Solo lui è rimasto a badare
A scegliere cosa fare
A spegnere
Quanto hanno bruciato
Ecco il tuo cuore
Arriva a
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Volano i pensieri
nei lontani
flussi stellari
dove i nostri
cuori dipingono
Sogni d’amore.
Sorvolano oceani,
mari e monti, rami
fioriti profumano
il cammino ornato
d’un tappeto
di rose.
Il risveglio del sogni...
nella mente e nell’anima.
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Sembra proprio che la memoria
non arrivi più a prendere il treno in corsa
non è certo una bella cosa
provvedimenti quanto prima bisognerà prendere
non basta quella pasticchina
che ovunque pare attecchire occorre ben altro
volontà coraggio
in
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Guardo le mie calle selvatiche
dalle verdi rigogliose foglie
ritornate dopo l’invernal sonno
al sole a dar saluto e il
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“Siam conviventi, tu non sei mia moglie,
facciamo sesso quando stiamo a letto,
ci riproviamo se ne ho le voglie
e lo
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che oggi l’argine sia
lunga finestra che si sposta
questo continuo perno
tradisce giochi d’angoli
dentro l’aprile dalla
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Scia di colori
e pensieri
avanzano
senza comprendersi
fremito di parole
sospese sulla porta
chiusa più volte ancora
alla volontà di agire
sorrisi e pianti
pioggia cadente
sulle guance tonde
più rosse di paura
buio e silenzio
rumore
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Una mattina ci siam svegliati
misteriosamente catapultati
con sonno profondo
entro incubo del mondo!
"Coronavirus" l’invasore
spietato invisibile orrore
ci ha tolto libertà
finché non si sconfiggerà.
Contagiati in corsie d’ospedale
eroi camici
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Seppur immerso il legame,
d’arginar non scorgo l’altrui lusinghe.
Impotente, il tempo s’arrese,
al profumo dei tuoi primi vagiti,
in’ante ed ancor oggi.
Mi pervade, ora, un’amore infinito,
ch’in quell’inquieto e placido vivere,
a testimoniar,
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Se avremo un bambino
lo chiameremo Licio
e non avrà mai paura
di alzarsi al mattino
Se avremo un bambino
so che avrà il tuo nome
e il coraggio delle voci
che gridano la verità
Se avremo una bambina
la chiameremo Licia
e non avrà mai
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Fai del corpo uno scrigno,
colmalo dei tuoi pensieri
di quello che non hai e vorresti,
sorrisi,
l’amore
che vive lontano
e abbracci
col solo pensiero,
di uomini e donne
in cerca di pane,
prati, mare e montagne
dove sono le tue
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| Adesso sai
che le strade vuote
sono come un cielo
senza volo di uccelli.
Imperfetto
Manca il rumore dei passi
la
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Mi abbraccio ancora
in questa luce
di solitudine e pianto.
Guardo questo corpo
che abito
protesa nel presente.
Mi parlo
nelle sere del silenzio,
ascolto nel segreto
mute risposte
che vorrei udire.
Sono una donna
ancora bambina
mossa
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Si veste di sogni, la speranza,
senza assurdi livori,
senza campanilismi
e un forte ”tutti uguali”.
Si alzino bandiere
del nostro tricolore,
per chi ha donato vita,
per chi ha donato amore.
Che riscaldi il sole, senza mai bruciare,
quel che
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Tra luci e ombre
sull’ultima falce di luna
curva sul davanzale,
gli occhi tuoi ad abbracciarmi.
Poi finirà così la gravida attesa,
tra lenzuola sgualcite e insonni,
dei gesti antichi e amati
degli sguardi tra i chiaroscuri,
capaci di lenire
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Non lasciarmi andare
apri la porta
perché io possa restare
Non sarà mai abbastanza il tempo
Non saranno mai abbastanza le parole
Mai abbastanza
il ricordo
il provare
l’orma
Mai abbastanza
portare nel cuore il tuo nome
E le mani
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E’ sera,
C’è sempre qualcosa che muore.
M’affondo in silenzio
nei tuoi profondi occhi azzurri.
Pensieri perduti
nel fondo di un bicchiere
così raccolgo i miei sogni
quasi al riparo dal vento
che sussurra lamentosi canti.
Vado incontro alla
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Sarai sempre respiro nel mio sangue
e acerba essenza nelle mie illusioni;
il mistico odor di terra fiorita
nella fervente fiumana del cuore.
Perché nessun giammai comprenderà
quel tuo audace luccicar in crescendo;
che da lontano riflette di
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| Mi avvio lungo il sentiero,
esplosione di verde mi circonda,
rigogliosi alberi e piante
in questa primavera bella e triste.
Ti aspetterò lungo il fiume,
alla fine del sentiero,
all’ombra di un salice
fra l’erba tenera come l’amore
e l’odore di
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| Libertà noi chiediamo al tempestoso vento
libertà a pensare, libertà a volare,
libertà a sognare.
Libertà d’esser noi stessi,
liberi dal contagio del maledetto virus.
Voglio correre libera nei campi,
ammirar di buon mattino i fiori
dipingere i
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| Era il pittore del futuro,
fermava su tele fresche
il bel paesello, Cerro.
dell’incantato bel paese
conosceva le sue contrade,
le chiesette e gli altarini
che abbellivano strade,
fontane e posti di ristoro.
Oggi, era finita la guerra,
domani,
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| E’ arrivata la sera
d’improvviso,
senza luna né stelle
solo buio e silenzio
in un via vai di ricordi
che si perdono nel vuoto.
Non così t’immaginavo
triste
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Sicilia mia... Trinacria bedda...
triangulu cu tri jammi
pararisu ‘n mezzu lu mari
sentu lu tò sciatu di luntanu
ventu ri puisia
ca mi pigghia pì manu
ammuttannumi versu lu celu
cu l’azzurru cusutu ‘ngoddu...
Sicilia mia... li siciliani
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Son le otto del mattino ed ecco il suon delle campane
e come a memoria nell’aria dicon tra poco sarà messa
ma oggi invero
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Se aspettiamo quel rimedio indispensabile
onde avere via libera
una fetta di torta quanto prima
troverà posto dove il gelo
non ha bisogno di strumenti tecnologici
in ogni settore
un risparmio non da poco
come poter far comprendere simile
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Venti cinque Aprile
Tuoni lampi di morte
querce d’altri secoli
ora rimbombano
con magiche parole
unte di morte
e rassegnazione.
Giorno da ricordare
nella storia della pace
ove il mondo in festa
per la fine della guerra
un virus della
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In questa pagina dal n° 13411 al n° 13440.
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