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♦ Michelangelo Cervellera |
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E' bello parlare di unione quando hai accanto colui che con te rappresenta l'uno. Ma quando quella persona, che sai esistere da qualche parte nel mondo, e con la quale hai condiviso uno dei periodi più contrastati della tua vita, non partecipa alla tua quotidianità, poiché gli eventi, le situazioni e le circostanze vi hanno costretti a stare divisi...beh, allora tutto diventa molto meno poetico ed assume una connotazione molto più melanconica. Per te è senz'altro più familiare parlare in termini di separazione che non considerarvi accomunati dal medesimo stato d'animo. Il fatto è che a questo mondo non siamo tutti maestri ascesi e quand’anche fossimo illuminati da sprazzi di consapevolezza, inevitabilmente, nei momenti di umana solitudine, ci sentiamo assalire dallo sconforto. Chi afferma il contrario è perché non ha mai amato, non di quell’amore che ti accende istantaneamente il sorriso nel cuore, non di quell’amore che ti fa desiderare di poter riavvolgere il nastro della vita solo per poterne rivivere uno spezzone durato poco più di una frazione di secondo, paragonabile ad una parentesi incidentale che, se non fosse per il fatto d’esser stata cosi felice, verrebbe giudicata fuori tema, in una storia colorata prevalentemente di grigio. Eppure sopravvivi e vai avanti, magari con un velo di tristezza che ti offusca lo sguardo ma che di fronte alla gente diventa corazza impenetrabile che non permette di andare oltre a quella trincea invalicabile fatta di un filo spinato di dolore: un dispiacere subdolo e sleale poiché sordo e silenzioso, e che lentamente si insinua in te spegnendo a poco a poco tutte le tue speranze. E’ allora che la malinconia, la tua inseparabile amica, ti assale, come se non aspettasse altro che tu raggiungessi la tua massima soglia di vulnerabilità. Puntuale come un orologio arriva proprio in quell’esatto momento, quando meno te l’aspetti. Basta un niente a risvegliarla dentro di te, come un cane che mentre dorme non abbaia, ma che dal momento in cui involontariamente lo desti, non esita a sfoderare i suoi morsi traditori più penetranti. Vorresti sentirlo per dirgli che non lo ami più ma sai che sarebbe una menzogna poco credibile perfino a chi non sa riconoscere la verità nemmeno quando ce l’ha davanti. Vorresti chiamarlo ma sai non risponderà, vorresti scrivergli ma cosi come nella vita le certezze sono davvero poche, una di queste e che la tua lettera resterà orfana della suo seguito … e allora tutto diventa insensato: il nome di una città lontana, la sua, il nome di una prigione, la tua città ... Ma la cosa più assurda di tutte è che di questa storia non ne puoi parlare con nessuno perché non ti capirebbero, eppure la vita sa tutto di voi, senza che peraltro tu le abbia raccontato nulla e non perde occasione per ricordartelo, attraverso segni apparentemente insignificanti per tutti, ma non per te che sai li decifrare. Vorresti essere dotata di poteri soprannaturali per poter se non altro sapere che sta bene ed è felice anche, e forse soprattutto, senza di te...
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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