Seduta sulla panchina del parco, con lo sguardo perso nell'infinito bosco davanti a se, Giovanna percorse con il pensiero la sua vita. La mente andava da sola, senza consenso, come fosse estranea al suo volere.
Che strano, sembravano trascorsi pochi anni dalla giovinezza e invece il tempo era passato in fretta. Quasi senza accorgersene aveva superato la soglia dei fatidici 50 anni, quell'età critica dove una donna si sente ancora giovane, ma che, agli occhi degli altri, risulta essere matura. Ma poi cosa e' la maturità? Sicuramente in botanica e' un frutto arrivato al giusto gusto per essere colto e allora perché non dove essere la stessa cosa riguardo l'essere umano.
Si sentiva fresca e giovane, ma non poteva permettersi colpi di testa, perché quelli sono consentiti solo ad un'età ragionevole e lei era "matura". Eppure avrebbe volentieri fatto tutte quelle mattate che quando poteva non aveva fatto, forse, proprio perché allora, troppo "matura". Sorrise pensando al gioco di parole e continuò ad osservare la folta vegetazione che le ispirava tanti pensieri.
Finalmente aveva raggiunto la vera maturità, quella di fregarsene del giudizio altrui. Sempre tutti pronti a sentenziare quando si tratta degli altri, ma quando e' la loro vita ad essere messa in discussione allora ogni cosa cambia e il giudizio si trasforma in "va bè che ci vuoi fare, la vita ci riserva sorprese a non finire e non ho potuto farne a meno".
Quello che voleva era pensare un po' a se stessa, come non aveva fatto mai, senza sentirsi egoista solo per la semplice pretesa di voler essere felice.
In fondo, pensò, siamo esseri umani, sempre in cerca di emozioni e quindi soggetti a debolezze che ci possono far sbagliare, ma proprio perché esseri umani abbiamo l'obbligo e la possibilità di scegliere se viverle o lasciale nel rimpianto. Si alzò dalla panchina con le idee più chiare, dopo quella riflessione si senti più serena e convinta della sua maturità.