8370 visitatori in 24 ore
 1048 visitatori online adesso





Menu del sito


Visitatori in 24 ore: 8370

1048 persone sono online
Lettori online: 1048
Poesie pubblicate: 361’347
Autori attivi: 7’477

Gli ultimi 5 iscritti: ac autore - Valeria Viva - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio - Antonio Ivor Boatti
Chi c'è nel sito:
Club ScrivereStefano Drakul Canepa Messaggio privato
Vi sono online 1 membri del Comitato di lettura








Stampa il tuo libro



Pubblicità
eBook italiani a € 0,99: ebook pubblicati con la massima cura e messi in vendita con il prezzo minore possibile per renderli accessibile a tutti.
I Ching: consulta gratuitamente il millenario oracolo cinese.
Confessioni: trovare amicizia e amore, annunci e lettere.
Farmaci generici Guida contro le truffe sui farmaci generici.

Xenical per dimagrire in modo sicuro ed efficace.
Glossario informatico: sigle, acronimi e termini informatici, spiegati in modo semplice ma completo, per comprendere libri, manuali, libretti di istruzioni, riviste e recensioni.
Guida eBook: Guida agli eBook ed agli eBook reader. Caratteristiche tecniche, schede ed analisi

Responsabilità sociale



Per pubblicare un libro scrivete a libri@scrivere.info
Questo racconto è inserito in:
 Parte 4 della raccolta "Celtica " di Gianny Mirra (6 racconti)
 Polvere di stelle

Cliffs of Moher

Amore

Prese una manciata di fiori di campo tra le mani. La portò al petto e le diede la sua anima. Vedeva il sole luccicare sulle onde in basso, in superficie. Ne gettò i petali al vento che si sparpagliarono nell'aria calma del mattino. Si posarono dolcemente sull'acqua che li vide scendere dall'alto come farfalle colorate.

Il suo nome ricordava il suono di una lira, Bran dagli occhi dolci e dal passo silenzioso. Nel suo cuore c'era un prato fiorito ma dentro di sé si agitava la tempesta.

Bran con gli albatros nella testa ed il canto dei gabbiani nei capelli. Il sapore del legno sulla pelle e l'aroma del miele in ogni sua parola. Bran dal viso triste che aspettava l'alba per vedere nascere il giorno.

Si mise a suonare la sua cornamusa mentre le nuvole passavano sulla sua testa. Una di esse lo abbracciò nella sua bambagia densa per non lasciarlo solo con i suoi pensieri che andavano dove il sole non batte più da un pezzo. Le note della cornamusa scivolavano nell'aria profumata, sopra i trifogli e l'erba fresca dietro alle sue spalle. Bran si sentiva come una goccia d'acqua che voleva raggiungere il mare.

Ricordò la prima volta che lo vide camminare per le strade di Doolin. Andava a prendere delle reti nuove al negozio dei pescatori. I suoi occhi verde muschiato ed i capelli corvini, la determinazione del suo passo, l'avevano dolcemente colpito.

Shaun era figlio di una famiglia di pescatori. Ogni mattina all'alba prendeva la sua barca di legno ed andava a pescare tra le isole Aran, Galway e Rossaveal. Li si pescavano dei buonissimi pesci che davano sostentamento e guadagno all'intera famiglia. Shaun era sposato con una ragazza di nome Mairead che nel giorno di Beltane aveva preso in moglie nella parrocchia del villaggio.

La sera Shaun rincasava tardi, il mare gli prendeva molto tempo della giornata. Il mare era suo padre e sua madre, era il cielo e la terra e tutto ciò che aveva di più grande e meraviglioso nel cuore.

Il suo alito secco di sale gli rapiva l'anima e lo faceva sognare. Gli dava la forza di esistere e sentirsi un uomo nelle difficoltà dell'esistenza. Lo amava al mattino presto quando l'alba tingeva di rosa i suoi fianchi d'acqua. Lo amava a mezzogiorno nelle mani dorate e luccicanti del sole e lo amava la notte quando la luna distendeva il suo crine d'argento sulle onde dell'Atlantico facendolo sobbalzare d'emozione. Voleva aggiustare alcune assi della sua barca che si erano rotte in una tremenda tempesta.Quella notte credeva di morire tra quelle braccia impetuose e dure. Ma Dio lo condusse salvo alla riva, infilandolo nella corsa di una corrente che si avvicinava alla costa.

Lo rivide durante una festa a Roadford, uno dei tre pub del villaggio. Bran era seduto davanti al bancone a bere la sua birra, mentre Shaun siedeva da solo davanti al suo boccale, lasciandosi andare alle note di un gruppo che suonava dal vivo musica folk irlandese.

Quella notte Bran era appena uscito dal pub per tornare a casa. Aveva imboccato una strada senza lampioni, quando due ladri gli piombarono addosso e se non fosse stato per Shaun che uscendo dallo stesso pub e sentendo le sue urla, andò in suo aiuto, non gli sarebbe rimasto niente nelle tasche e forse neanche la vita.

''Ti ringrazio amico,'' disse Bran a Shaun, pieno di gratitudine.

''Ah niente ringraziamenti, era un mio dovere da buon cristiano aiutare un'uomo in difficoltà!'' Gli rispose dandogli una pacca sulle spalle.

I ladri se l'erano data a gambe quando avevano visto arrivare un' uomo dal corpo atletico e forte, dirigersi verso di loro in aiuto del malcapitato.

Shaun seppe che Bran faceva il falegname, così gli propose che accettava i suoi ringraziamenti in cambio di due assi nuove per la sua barca che era stata sballottata dalla tempesta e se n'era tornata a riva con qualche costola rotta.

Il giorno dopo Shaun portò le misure delle assi a Bran e dopo tre giorni si andò a prendere le assi nuove per la sua barca che aveva già dormicchiato troppo a lungo, dentro al porto.

Shaun: '' Ti ringrazio di cuore Bran. Senza queste assi, prenderei acqua a torrenti.''Disse.

Bran: '' Grazie a te per avermi aiutato. Se tu non fossi venuto a darmi una mano mi avrebbero portato via tutto quello che avevo guadagnato durante la settimana.''

Da quel giorno i due uomini si incontrarono spesso per le strade di Doolin, ed ogni volta si salutavano e parlavano come vecchi amici.

Una notte Shaun, pensando a Bran, si accorse che quello che sentiva per il suo nuovo amico, andava al di là della semplice amicizia. Provava qualcosa di più profondo, ma si volle convincere che non fosse amore.

Quando era nella sua barca, il mare gli portava la voce di Bran, gli portava l'immagine dei suoi occhi, del suo viso. Shaun si soffermava a contemplare queste visioni, ma poi i sensi di colpa e di peccato lo facevano diventare triste, e la solitudine lo afferrava nei suoi artigli di bronzo e piombo fuso.

Cominciò a sentire il bisogno di vederlo più spesso. Si inventava mille scuse per andarlo a trovare nel suo negozio di falegname. Bran era sempre molto contento quando lo vedeva. Gli andava incontro e lo abbracciava come fossero fratelli. Shaun si lasciava abbracciare e quando l'altro non se ne accorgeva, tuffava le narici nei suoi capelli per riempirle del suo odore.

La domenica si vedevano nella bella navata della parrocchia ad assistere alla messa. Shaun con sua moglie e i suoi genitori, Bran da solo seduto in terza fila dall'altro lato. E quando Shaun tornava a casa, prendeva la barca e, da solo se ne andava in alto mare a calmare gli impeti del suo cuore che sbattevano forti come le onde dell'oceano contro le alte scogliere.

Bran andava spesso nei boschi a tagliare alberi gia morti per farne legname. Passava spesso davanti alla sorgente della Madonna dove la maggior parte del villaggio andava a prendersi dell'acqua ritenuta benedetta dalla Signora dei cieli. Un giorno si sedette sul'orlo della fonte e guardando dentro l'acqua limpida, gli venne in mente Shaun e provò una dolcezza mai sentita prima. Erano già cinque mesi che si conoscevano. Avevano spesso cenato insieme con la famiglia di Shaun nella loro casa di pietra e legno, col camino acceso e i lumi ad olio che illuminavano il salone.

''Dio,''pregava ogni volta Shaun,'' fa che io abbia la forza di non rovinare niente e di controllare la mia passione.''

Bran cominciò ad incidere con la sgorbia, il nome di Shaun su qualsiasi cosa aveva a portata di mano. Su tronchi d'albero e pezzi di legno, su pietre liscie e rami spezzati.

''Signore, perchè non posso fare a meno di pensare a lui? Perchè mi stai dando questo dolore? Ma è un dolore che io cerco perchè mi dà la gioia che non ho mai avuto.'' Diceva Bran dentro di sé, a volte con tristezza a volte pieno d'amore.

L'inverno era passato da un pezzo, la primavera stava per diventare estate quando una mattina Shaun bussò alla porta di Bran.

''Buongiorno, ti andrebbe di fare una nuotata in alto mare? Prendiamo la mia barca e ci volatilizziamo nel blu.'' Disse Shaun con un sorriso ed un'allegria che non potevano avere un rifiuto.

Bran si vestì. Andarono verso il porto, presero la barca e se ne andarono al largo da soli, con un cesto di roba da mangiare.

Remarono dalle parti delle Scogliere della Rovina, le Cliffs of Moher in irlandese ''Aillte an Mhothair,'' e si fermarono a prendere il sole.

L'acqua luccicava di sole e schiuma bianca. Era dolcissimo farsi cullare dall'oceano.

''Perchè non facciamo il bagno?!'' Propose Bran.

Shaun: ''Chi si tuffa per ultimo è un codardo!'' Disse togliendosi in fretta i vestiti. Si tuffarono nudi nelle acque azzurre che sembravano dipinte dalle mani di un pittore. Le onde carezzevoli li avvolgevano, li accarezzavano li sostenevano, come petali di una rosa galleggianti.

Si inseguirono giocando nell'acqua come adolescenti. Risalirono sulla barca con i loro corpi nudi e bagnati di sole e mare.

La voglia di toccarsi era tanta e faceva aumentare la salivazione, ma fecero finta di niente e si distesero uno a prua e l'altro a poppa.

''La conosci la storia di Tir-nan-Og?'' Disse Bran evitando di guardarlo per non cadere nella rete del desiderio.

Shaun: '' No, di cosa parla?''Chiese.

Bran: '' Ma come un irlandese che non conosce Tir-nan-Og?!'' Disse ironico e sorpreso.

Shaun: '' Mi sono perso qualche cosa o per questa mancanza devo essere punito con i ceci sotto al culo?'' Rispose ridendo.

Bran: ''No e che tutti gli irlandesi la conoscono. Anche i bambini di sei anni conoscono questa storia!''

Shaun: '' Vuol dire che io ne ho cinque e non me l'hanno ancora raccontata. Dai raccontamela tu!'' Disse grattandosi il pube con una mano.

Bran: '' Ok! Tir-nan-Og è la terra della felicità, dove crescono alberi altissimi, fiori di grande bellezza e spiagge con sabbia finissima. Ci sono frutti meravigliosi ed il tempo non esiste su quest'isola. Nelle notti di luna piena, quando il vento si alza improvvisamente e la tempesta impazza nell'oceano, una spinta magica rapisce l'imbarcazione del naufrago che si è perso tra le onde tenebrose e lo fa arrivare su quest'isola di pace e calma. Si racconta che un ragazzo stava prendendosi il sole sulla sua barca mentre pescava. Ad un tratto le correnti lo portarono in alto mare e la tempesta scoppiò all'mprovviso. Un forte vento lo trascinò con tutta la barca su una riva sconosciuta. Il ragazzo quando mise piede sulla terra, sentì la sabbia finissima accarezzargli i piedi. Una voce di fanciulla lo chiamò da sopra una roccia e lui si innamorò perdutamente di lei e non se ne andò più da lì.

Passarono molti anni, ma il ragazzo non se ne accorse. Quando d'un tratto i ricordi della sua terra natia gli vennero in mente. Così convinse la sua amata a seguirlo per ritornare a casa. Lei non disse niente, si mise sulla barca insieme a lui che remava forte staccandosi dalla riva. Mentre si allontanavano da Tir-na-Og, lei si sentiva perdere le forze e la sua giovinezza svaniva man mano, fin quando l'altra riva comparve da lontano. Quando il ragazzo si voltò verso di lei vide davanti a sé una vecchia che stava per morire. Allora capì il segreto di Tir-nan-Og, la terra felice dove qualsiasi cosa vi approdi, non potrà mai più farne ritorno. Girò direzione della barca e tornarono indietro verso l'isola felice con uno stormo di corvi bianchi che li scortarono fino a riva.'' Concluse.

Shaun: '' E che se ne fece della vecchia?'' Chiese incuriosito.

Bran: '' La vecchia ritornò ad essere la giovane fanciulla che era prima di allontanarsi da lì. E vissero in eterno insieme amandosi teneramente.''

Shaun: '' Sarebbe bello vivere a Tir-nan-Og, a te non piacerebbe? Gli chiese.

Bran: '' Si sarebbe bello se non rappresentasse il luogo dei morti. Praticamente è l'isola dell'aldilà.''

Shaun: '' Aldilà, aldiquà …...sempre postò è! E se viene chiamata la terra della felicità vuol dire che la pena di andarci comunque ne varrebbe.'' Disse con gli occhi chiusi mentre il suo corpo nudo si asciugava al sole.

''Affinchè il mio corpo

non abbia più da patire

affinchè la mia anima

si vesta della luce del sole.

Affinchè il mio cuore

dopo aver scoperto l'amore

non soffra

arrampicandosi ai sospiri della luna.

Di te mi giunge

il tuo profumo

e l'oblio che mi prende

e fa sognare i miei occhi

è bagnato dalle tue acque

oh Tir-nan-Og.

Il vento più non soffia

sui miei pensieri

la paura è scomparsa

dalla mia mente.

Dei tuoi frutti

ne ho mangiato l'essenza

polposa fragranza

di un eterno svanire.

Ed ora

più non conosco

il dolore.''

''Bella! Sei un poeta?'' Chiese Shaun sorpreso.

Bran: '' No, ma lo scritta io e volevo recitartela.''

Il tramonto dipinse di vermiglio la loro pelle color del miele e mentre le prime stelle facevano il loro ingresso nel cielo, decisero di tornare indietro verso la costa.

Seguitarono a vedersi per tutta l'estate, frenando l'impulso di saltarsi addosso ogni volta che si trovavano l'uno di fronte all'altro. La domenica si ascoltavano quei tremendi sermoni che aborrivano l'amore tra uomini dello stesso sesso condannandoli come peccatori contronatura. In quei momenti sentivano grandi sensi di colpa ed il fuoco del peccato, gli bruciava l'anima. Ma non riuscivano a non amarsi, pur non dichiarandoselo per paura di perdersi.

Una notte Bran si alzò dal letto febbricitante. Nella sua mente c'era solo l'immagine di Shaun. Si vestì in fretta e correndo per le strade deserte del villaggio, arrivò davanti all'abitazione di Shaun. Dentro sembrava che dormissero tutti. Bran prese un sassolino e lo lanciò contro il vetro della finestra della camera da letto di Shaun e della moglie.

Dopo qualche minuto si aprì e Shaun apparve in camicia da notte aprendo la finestra. Guardò intorno e sotto un tasso vide Bran che lo guardava muto.

Shaun scese dalla camera, aprì la porta di casa, uscì fuori e si diresse verso l'amico. Quando gli fu vicino lo abbracciò forte facendogli perdere l'equilibrio contro il tronco dell'albero e baciandolo appassionatamente lo strinse a sé con tutta la sua forza.

Non riusciva più a frenare i suoi istinti, si trascinarono verso il fienile e si amarono a lungo sul fieno con grande passione.

''Bruceremo all'inferno,'' disse Bran piangendo, dopo che si erano amati fino allo sfinimento.

''No, questo è l'inferno! Quello che stiamo vivendo qui sulla terra. Dove l'amore viene visto come colpa e peccato. Dove i sensi di colpa scavano la fossa sotto i piedi e la gente si fa traviare da falsi moralismi ed ipocrisie. E' questo l'inferno amore mio! Quello che sentiamo l'uno per l'altro e quello che Dio ci ha dato a piene mani.......l'amore.'' Disse abbracciandolo teneramente.

Bran: ''Nessuno saprà mai niente di noi. Nessuno immaginerà mai che siamo peccatori. Noi non siamo effeminati, su di noi non si vede nulla, non traspare niente.'' Disse con gli occhi sbarrati.

Shaun: '' No Bran, non è questo il punto. Effeminati o meno, il rispetto per la persona e per il suo modo di amare va oltre i comportamenti esterni che siano o meno da orso o da libellula. Sono i dannati pregiudizi che uccidono più dei coltelli affilati. Sono le menti degli uomini a vedere il male ed il peccato ovuque, anche dove non c'è. Non ha importanza che si veda o meno di essere gay. Ha importanza il rispetto e la comprensione degli altri verso una natura diversa dell'amore che non è peccato o contronatura ma solo un'altra faccia dell'amore. E' solo amore, solo amore.'' Disse con l'amaro in bocca sapendo che la natura umana è ben lontana dal comprenderlo.

''Forse saremo felici su Tir-na-Og,'' disse sospirando abbracciandoselo stretto al cuore.

''Allora dovremmo aspettare di morire per essere felici,'' gli rispose Bran malinconicamente, appoggiandogli la testa sul petto.

Arrivò l'autunno con la melodia della stagione del vento.

Shaun era diventato sempre più triste e non riusciva più a tenere il suo segreto chiuso dentro. Si vedevano tutte le notti a fare l'amore, mentre durante il giorno cercavano di far intendere che tutto scorresse normale.

Bran percepiva il disagio di Shaun, il suo tormento. Gli parlava dolcemente cercando di distrarlo con antiche leggende celtiche o storie sentite in giro per farlo ridere.

Un giorno Shaun gli propose di prendere la barca e andarsene da quel mondo di sbarre mentali e crudeltà. Non sopportava più di vedere gli altri felici con le loro famiglie, mentre loro due dovevano nascondersi come animali braccati dalla società.

Voleva che se andassero in qualche isola felice.....nella terra della felicità..........a Tir-nan-Og e non importa se questo volesse dire non tornare mai più indietro.

''Amore, è solo una vecchia leggenda!'' Disse Bran quando lo vide sconvolto dal suo tormento. '' E' una favola antica, non esiste in nessun luogo umano.''

Shaun: '' Vieni con me! Andiamocene insieme questa notte. Ti aspetterò davanti alle scogliere di Moher. Questa notte c'è la luna piena, la corrente ci porterà al largo e raggiungeremo l'isola della felicità, anche se si dovesse morire.'' Disse tra le lacrime.

Non sopportava più l'orrenda tortura che le cosiddette ''persone normali'' fanno ogni giorno su coloro che hanno una diversa natura, una diversa sensibilità e modi d'amare. Non voleva più nascondere questo grande amore che gli bruciava le vene fino a fargli scoppiare il cuore.

''Cos'hanno di meglio o in più gli altri a dover decidere cosa è giusto o sbagliato. Non l'ho fa Dio, non vedo come si permettano di farlo loro! Sbottò in un accesso d'ira.''

Bran: '' Calmati Shaun, loro non sanno niente di noi!'' Gli disse per rassicurarlo.

Shaun: '' No amore, pensa solo se dovessero saperlo! Uno scandalo, persecuzioni continue, insulti, aggressioni. Ci isolerebbero come lo si fa con gli appestati. Un inferno!!!''

Si sedette con la testa tra le mani.'' Vieni con me, andiamocene via da qui. Prendiamo la barca e troviamo quest'isola.''

Bran: '' Non esiste mio caro, non c'è. E' solo una leggenda!''

Shaun cominciò a piangere singhiozzando e nella sua follia non riusciva più a vedere niente.

'' Vieni con me ti dico, riusciremo a trovarla. Vieni con me.....o non mi ami più?'' Gli chiese con uno sguardo pieno di dolore.

Bran prese la testa di Shaun tra le mani e lo bacio sulla fronte.

''Ok,'' rispose.

Quella notte Shaun disse a Mairead che aveva visto un banco di pesci vicino la costa e che andava a vedere se li tirava su con le reti. Uscì di casa e si diresse al porto. Prese la barca, buttò a mare le reti e remò fino alle scogliere della rovina. Bran si vestì, aprì la porta e si diresse verso la fonte della Madonna delle acque benedette.

''Fa si che non ci succeda niente dolce Signora. E se proprio dobbiamo morire, fa che sia tutto in un baleno, senza dolore.''

Si diresse verso le scogliere maledette. Provò a scendere a piedi, ma la pietra dove aveva messo il piede cedette e Bran cadde picchiando la testa.

Shaun l'aspettò per quasi tutta la notte. Poi pensando che Bran l'avesse lasciato solo non volendo più seguirlo, prese i remi e remò da solo verso il largo. Scoppiò una tempesta ed il vento si alzò all'improvviso. La barca sparì in una nebbia fitta di onde e schiuma salata.

Quando Bran si svegliò era già mattino. Si ritrovò sull'erba con un po' di sangue tra i capelli.

''Shaun!!'' Urlò disperato. Shaaaaaaun!''

Discese le scogliere come un fulmine. Rotolò più volte per terra ma continuò a correre in basso. Quando arrivò davanti alla spiaggia, di Shaun neanche l'ombra. Trovò solo un remo galleggiare sull'acqua sospinto dalla corrente.

La tempesta l'aveva preso con sè e forse ora stava camminando sulle rive di Tir-nan-Og. Perchè quello stupido sasso lo aveva fatto cadere. Perchè non era con lui a camminare su quelle spiagge di silenzio ed oblio.

Tornò a casa e prese la sua cornamusa. La gente che lo vide, pensò che fosse uscito di senno. Lo guardarono avanzare verso l'uscita del villaggio. Nessuno lo seguì, nessuno disse niente.

Le note della cornamusa scivolavano nell'aria profumata, sopra i trifogli e l'erba fresca dietro alle sue spalle. Bran si sentiva come una goccia d'acqua che voleva raggiungere il mare.

Uno stormo di corvi bianchi venne a fargli compagnia, posandosi ai suoi piedi come una carezza del cielo. Poi si alzarono di nuovo in volo e coprirono la sua figura che si lasciò andare nel vuoto scomparendo tra ali bianche e onde del mare.

''Shaaaun,''

si sentì sibilare nell'aria,

''Shaun ha il sapore del sale.

La sabbia fine

la sua anima nel tramonto

i suoi baci dolci

..........

tutto il mio amore.''


Gianny Mirra 01/08/2011 12:01 2 1165

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


SuccessivaPrecedente
Successiva di Gianny MirraPrecedente di Gianny Mirra


Ritratto di Gianny Mirra:
Gianny Mirra
 I suoi 42 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
Tiuilip & Sneachta (17/11/2010)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
Cliffs of Moher (04/10/2012)

Una proposta:
 
Andrea & Daniel cap 19/20/21/22/23/24 (26/04/2011)

Il racconto più letto:
 
Elfi (03/08/2011, 2408 letture)


Cerca il racconto:





Lo staff del sito
Google
Cerca un autore od un racconto

Accordo/regolamento che regola la pubblicazione sul sito
Le domande più frequenti sulle poesie, i commenti, la redazione...
Guida all'abbinamento di audio o video alle poesie
Pubblicare un libro di poesie
Legge sul Diritto d'autore (633/41) - Domande e risposte sul Diritto d'autore
Se vuoi mandarci suggerimenti, commenti, reclami o richieste: .



Per pubblicare un libro scrivete a libri@scrivere.info

Copyright © 2024 Scrivere.info Scrivere.info Erospoesia.com Paroledelcuore.com Poesianuova.com Rimescelte.com DonneModerne.com AquiloneFelice.it