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Questa è una storia breve ma intensa.
Vogliate lettori considerare questo racconto per quello che è, ovvero, una mera descrizione di ciò che è accaduto. Leggete senza remore accettatela per quella che è.
Il sole cominciava a scaldare troppo e la spiaggia, sempre più assolata, profumava intensamente di un pregnante aroma di cocco, emanato dalle creme solari, segno era di una sola cosa: era arrivata altra gente. Aprii gli occhi e rimasi nel torpore provocatomi dal sole e dalla musica che, incessantemente, arrivava dritta nel mio cervello attraverso il mio fedele compagno mp3. Non avevo ancora capito se lo usavo così tanto per non pensare o per costringermi a farlo, poichè ogni singola canzone evocava un ricordo, un profumo, un’emozione, una sensazione. Ho come il vago sospetto che io lo usi come i frati usano il flagello per punirsi dei loro peccati, infliggendosi punizioni corporali. Eravamo dunque, al momento in cui apro gli occhi e mi guardo attorno, il caldo attanagliava per cui decisi di prepararmi per un bel bagno corroborante e rinfrescante. Cambiai le cuffie al mio mp3 per indossare quelle impermeabili e mi avviai; Pochi passi ed ero già con i piedi nell'acqua, il mare quel giorno era al massimo della sua bellezza, dovendogli dare un voto, sarebbe stato senza dubbio un dieci. Calmo, caldo anche troppo, cristallino, caraibico insomma. Mi lasciai abbracciare da lui e avvolgere dal suo calore. Bracciate lente, ritmate, per andare lontano, lontano, più lontano oltre le boe, oltre gli scogli dove le fresche correnti sottomarine provocano un leggero solletico alle gambe permettendo al sangue di accelerare la sua corsa, così da procurarmi quel “pizzicorio” perché tanto simile al “piacere”. Mi immergo. Splendido, quanti colori e che pace! Riprendo a nuotare, intorno a me niente e nessuno ma meglio così a me piace così, io e lui e nient’altro e nessun altro. Ero lì, quindi, che nuotavo con bracciate calme e regolari, ritmiche mentre i Negramaro continuavano imperterriti a cantare “...cade la pioggia e tutto lava, cancella le mie stese ossa... ” alzo lo sguardo e la pace è interrotta da un’oscura presenza che si aggira guardinga e lenta; Fa un giro attorno a me, già la cosa mi turba, poi un altro e un altro ancora; Affretto le bracciate e cerco di allontanarmi, il cuore accelera i suoi battiti mentre i Negramaro “ ...dimmi a che serve restare lontano in silenzio a guardare la nostra passione che muore in un angolo e non sa di noi... ” Quello che si vede è solo quello che emerge dal pelo dell’acqua, qualcosa di nero, mi fermo. Riprendo fiato. Ma no! È ancora qui ricomincia a girarmi attorno come uno squalo fa con la sua preda. Sono innervosita, spazientita ma non impaurita. Ricomincio a nuotare, mi rendo conto che il mare sta cambiando colore e che mi sono allontanata molto, non è prudente restare qui, si avvicina un temporale, non devo farmi prender dal panico, sono una brava nuotatrice ed ho affrontato di peggio. La mia ansia è tutta colpa di quell’accidente! Mi fermo, devo riprendere il ritmo regolare del fiato, lo so fare, ed eccolo che ricomincia, ancora come uno squalo attorno alla sua preda. Questa volta l’affronto e mi difendo, urlo e gli faccio cenni sott’acqua e finalmente alza la testa, cerco di mantenere la calma ed esordisco: “ È grande il mare vero? ” Il deficiente risponde: “Si è grande ti piace vero?” Come sarebbe “ ti ” piace, ma chi sei, ma chi ti conosce...mi dai del TU? Io rispondo: “ Piace anche a LEI? Peccato però che ci sia uno squalo che infastidisce le bagnanti! ” Il deficiente ribatte: “ non ti preoccupare, ti proteggo io! ” Ancora “TI ”, ma allora sei proprio scemo!, non hai capito neanche la battuta, AAAHHH ! VORREI URLARE! Gli lancio un’occhiata fulminante, faccio un gesto di stizza come a voler dire: “ MA VA! ” Mi giro e ricomincio a nuotare. Neanche pochi minuti e “arieccolo!” Questa volta non parla ma giocherella con una cordicella che ha intorno al collo e ride. Beh! Vuoi vedere che questo più che deficiente, è proprio pazzo?! Mi avvio verso la prima boa che capita a tiro cercando di tornare verso riva e mi fermo accanto ad una di esse, non si sa mai! Lui arriva, come previsto. Gli dico schietta e sicura: “ Senta, fino ad ora sono stata abbastanza gentile ma se adesso non sparisce e se non smette di girarmi attorno come uno squalo, allora la vede questa boa? Bene, io prendo la sua testa e gliela sbatto sopra fino a quando non si spacca una delle due!”
Alcuni minuti dopo... i Negramaro cantano così “ ...cade la pioggia e tutto lava...” e lava anche la chiazza vermiglia di sangue che lascio alle mie spalle. Questa sera, a cena, c’è squalo arrosto!
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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attiri gli squali?sarà perchè sei..."buona"??! (Il Boccaccino)
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