Si sentiva solo e malinconico. A Ciruzzo non gli girava la chiave nella serratura, per quanta forza ci mettesse, niente, non sentiva lo scivolare della chiave nella morsa ferrosa della porta. Eppure era un perfetto innamorato...
Si erano conosciuti per caso lui e Luciella, si erano conosciuti nel bar vicino allo stadio dove ad ogni goal crolla tutto: " Goal! Sentirono nelle orecchie mentre si giocava Napoli-Roma, stavano prendendo al bar del nero caffè. Luciella si fece piccola dalla paura, Ciruzzo ne approfittò, con coraggio, le diede un lungo bacio:"Soave e fresche come le fragole nel bosco la mattina le sue labbra". Restò indeciso per quasi un'eternità di tempo, mentre si chiedeva insistentemente, se osare prolungare con la lingua il piacere o meno, in quella tana umida e calda della bocca di lei, in ultimo istante, poi, prima di abbandonare l'estasi, decise che non poteva. Così, si strinsero le mani e, poi, come nulla fosse accaduto si salutarono. Che strano l'amore pensava Ciruzzo... L'amore stringe forte i cuori per poi liberarsi con un solo gesto:"ciao mi disse Luciella, e scappò via". Questo accadde. Non la seguì Ciruzzo, anche se lo voleva con tutto il suo corpo, fece fatica a tenerlo fermo, quasi il corpo se ne andava per fatti suoi. Più forza metteva, e più la mascatura non cedeva alla chiave dell'amore.
L'amore, ripeteva tra sé , è veramente strano, quello che vale per una donna, non vale per un'altra e un'altra ancora. Pensi di aver compreso il sistema per amare e essere amato, ma poi ti accorgi che ad ogni cuore corrisponde un cuore nuovo, un cuore pronto ad adattarsi a quella particolare persona, altrimenti addio all'amore e a quella fortuna di provare dentro sin nelle visceri il dolce e caldo sentimento. Ciruzzo aveva tanto bisogno di amare e di essere amato. Era una prerogativa del suo essere, forse perché da piccolo non aveva avuto né carezze e nemmeno tanti baci, e quindi dentro il suo essere c'era certamente un grosso vuoto da riempire con il sentirsi amato, con l'avvertirsi accettato, compreso. In poche parole dell'amore ne aveva fatto una necessità primaria per il prosieguo della sua vita. Sin da piccolo quando vedeva una donna, gli occhi gli diventavano due brillanti, entrava in una nuvola di fantasia e si costruiva storie d'amore, restava in quel luogo sopra il cielo azzurro per parecchio, in poche parole volava.
Triste del ciao di Luciella, tornò a casa malinconicamente, chiedendosi quando l'avrebbe rivista di nuovo , quando nuovamente gli avrebbe dato un'altro bacio, e se la prendeva principalmente con se stesso, in quanto, non gli aveva nemmeno chiesto il numero di telefono, arrabbiato, poi, si mise a guardarsi nello specchio del bagno e si fece mille linguacce, questo per schernirsi del suo non saperci fare con le donne. Pensava...pensava...e cavalcava la speranza di rivederla presto. Già domani sarebbe andato al bar nuovamente e chissà, un colpo di fortuna, o la buona sorte gli avrebbe fatto rincontrare Luciella. La sera arrivò presto, e lui ne fu contento, si mise al sicuro nel letto per pensare a quello che aveva provato in quella bocca dove abbondavano ciliegie e more e presto si addormentò. La mattina si svegliò presto, si vestì in fretta, mise una colorata camicia, si aggiustò per bene e andò al bar con un'ansia mai provata. La doveva vedere accidenti, altrimenti ci sarebbe stato un terremoto nel suo essere. Arrivato al bar si prese il solito caffè, si accese una sigaretta, e tra nuvolette di fumo pensava all'amore, pensava di essere Romeo in attesa di Giulietta, mentre gli occhi suoi come un radar cercavano nel tutto per trovarla. Stette la mezza ora, ma di Luciella niente. Non c'erano tracce! Cominciò a spazientirsi e mentre stava decidendo di andarsene tra le strade buie della solitudine, ecco... Apparve lei. Incantevole ai suoi occhi, come la neve che scende per miracolo a primavera. Il cuore gli pulsava forte, immediatamente le corse incontro. La salutò con gli occhi, con le mani, con l'anima annaspava. Ciruzzo era un sognatore dell'amore!
Di getto, per non farsi sfuggire nuovamente Luciella subito le chiese dove abitasse, che faceva, e il numero di telefono, tutto questo con una raffica di parole che come colpi di mitra colpirono il centro del cuore di Luciella. La quale rimase zitta, comprese l'ansia di Ciruzzo, mentre un sentimento di disagio l'avvolgeva in una veste di stupore. Allora comprese tutto, e con un tono pacato e rispettoso rivolgendosi a lui, gli disse:"Senti, io sono fidanzata dimentica quel bacio e la bocca che è il mio giardino. Ora devo proprio andare, lui mi aspetta ! Ciao, a mai più!
Non morì Ciruzzo perché nel frattempo un Angelo che passava di là, ebbe pena di lui.
Sprofondò nel vuoto senza amore, certo si stava costruendo una bella storia, peccato che fosse solo la sua storia. L'amore arriverà gli disse l'angelo, basta cercarlo fuori , dentro Ciruzzo devi cercare, dentro al tuo essere, tra gli anfratti della tua coscienza ancora assopita dall'illusione della vita. Non cercare latte nelle bocche degli altri, questo non disseta e non rende felici. Scomparì poi l'Angelo, rimanendo Ciruzzo meravigliato delle parole che l'Angelo gli disse.
Cambiò modo di cercare, cambiò la sua vita e la sua ricerca, non cercò mai più fuori tra bocche estranee l'amore, ma cominciò a cercarlo tra i denti della sua bocca.
Ammore, fu la prerogativa della sua vita, ma quello vero !